1. Confessioni di una puttana al suo ex fidanzato

    AvatarBy Ares il 4 Mar. 2014
     
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    Una sera di circa dieci mesi fa sono uscita a bere qualcosa insieme a Said. Abbiamo alzato un po’ il gomito, abbiamo fumato anche qualche spinello nel bagno e lì, al locale, quello di Via Nizza, ci siamo baciati. Quando ho sentito la sua lingua avvolgere la mia mi sono così eccitata che ho iniziato a bagnarmi nelle mutandine. Avevo voglia di farlo. Meno male che lui abita in zona perché così siamo potuti andare subito a casa sua. Appena arriviamo lì, mi dice di entrare facendo poco rumore perché il suo coinquilino ha il sonno leggero. Siamo entrati in camera e lui ha iniziato a spogliarmi. Mi ha sfilato la maglietta e poi mi ha slacciato il reggiseno. “Non la chiudi la porta?”gli ho chiesto. Lui non ha risposto. Ha iniziato a succhiarmi e mordermi i capezzoli che subito mi si sono inturgiditi. Eravamo ancora in piedi quando mi ha sbottonato i pantaloni e poi mi ha tirato giù le mutandine. Si è accorto subito che ero zuppa di desiderio. Mi ha passato un dito sul clitoride e lo ha sentito duro duro. Mi ha sorriso e mi ha chiesto di spogliarlo. Io ero così arrapata che non ho aspettato un attimo. Mentre gli sfilavo pantaloni e boxer lui si sfilava la maglietta mettendo in evidenza pettorali e addominali ben scolpiti. E questo mi ha eccitato moltissimo ma non quanto mi ha eccitato vedergli il pene. Era qualcosa di enorme. Non vedevo l’ora di accoglierlo dentro di me, anche se la cosa mi spaventava anche un po’. A dire il vero, so di avere una vagina capiente. Me ne accorgevo quando io e te facevamo l’amore. Tu hai dimensioni normali eppure io sentivo che dentro me c’era ancora molto spazio. A volte quasi ci ballavi dentro, ma non te l’ho mai detto, per non metterti a disagio. Inoltre, lui, mi ha detto che se lo avessi leccato per bene si sarebbe lubrificato e sarebbe scivolato meglio dentro. Allora ho iniziato a fargli un pompino e ad assaporare la sua virilità. Quando poi mi ha detto di mettermi sdraiata e di rilassarmi, ho capito che era arrivato il momento tanto atteso ma anche temuto. Lui si è messo sopra di me e mi ha baciato con violenza, poi mi ha penetrata. In quel momento ho sentito un misto di dolore e piacere. Davvero qualcosa di fantastico. Gemevo e mi uscivano frasi da film porno del tipo “sono la tua porca” o roba simile. Lui continuava a sbattermi con violenza, e a quel punto il dolore era solo un ricordo lontano, perché provavo solo un immenso piacere. Dopo pochi minuti stavo già per venire. Avrei voluto resistere ma non ci riuscivo. Allora glie l’ ho detto e lui mi ha risposto che dovevo venire perché tanto quello sarebbe stato il primo orgasmo di una lunga serie. Allora sono venuta, sentivo le contrazioni della mia fica e un piacere enorme quasi quanto il suo pene. Le mie zone erogene erano in fibrillazione ed i miei capezzoli erano sempre più simili a due sassolini. Lui continuava a pompare e la cosa mi ha subito eccitata nuovamente. In quel momento avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Mi ha detto di mettermi a pecorina e ha iniziato a scoparmi da dietro. L’ unica cosa che gli ho chiesto è stata quella di non mettermelo in culo per via delle mie ragadi. Mi ha penetrato da dietro, ma nella fica, e mentre lo faceva mi mordeva la schiena e mi strizzava le tette da far male. Ma ogni dolore a quel punto aumentava solo il piacere. A quel punto gli ho detto che avrei fatto tutto ciò che voleva e mi ha risposto che era quello che avrebbe voluto sentirmi dire. Ha allungato una mano verso il comodino, ha preso il cellulare e ha fatto uno squillo. Pochi secondi dopo ho sentito la porta alle nostre spalle che si apriva. Mi sono girata e ho visto entrare un ragazzo con in dosso solo un paio di boxer. Continuando a scopare, tutta ansimante, ho chiesto chi fosse. Mi ha detto che era il suo coinquilino e che gli sarebbe piaciuto se avesse partecipato anche lui. Avrei fatto davvero qualsiasi cosa in quel momento. Allora ho sfilato il pene di Said, mi sono alzata e sono andata verso l’altro ragazzo. Gli ho chiesto il nome e mi ha detto di chiamarsi Ramon. Poi gli ho sfilato i boxer e, sebbene non avesse il pene grosso come quello di Said, era comunque di dimensioni notevoli. Ho iniziato a leccarglielo ed aveva un sapore simile a quello di Said. Mi sono bagnata ancora di più, tanto che sentivo le goccioline della mia eccitazione scivolarmi lungo le cosce. Ho preso Ramon per mano e l’ ho condotto verso il letto. L’ho fatto sdraiare e mi sono messa sopra di lui. Me l’ ha messo dentro subito e mi ha fatto gemere. Si muoveva veloce dentro me che ero grondante di umori vaginali. Said, che era rimasto lì a guardare, ad un tratto mi ha detto, sorridendo malizioso, che si sentiva escluso. Allora gli ho proposto, mentre Ramon continuava a stantuffare dentro di me, di mettersi davanti che così glie lo potevo prendere in bocca. Lui invece mi ha detto che preferiva penetrarmi. Io ho esitato un attimo per via del mio problema di ragadi anali. Gli ho detto che non volevo prenderlo in culo perché mi faceva troppo male. A quel punto Ramon ha avuto un’idea inattesa. Da sotto di me, tenendo il suo pene dentro la mia fica, lo ha tirato verso il basso allargandomi la mia povera patatina. “Vedi un po’ se trovi un po’ di spazio” ha chiesto poi a Said. Io ho guardato Ramon negli occhi mostrando un po’ di preoccupazione. Avevo capito che cosa avevano in mente. Sentivo Said che cercava di aprirsi un pertugio tra le mie grandi labbra e il pene di Ramon. Avevo una paura matta ma anche un’eccitazione a livello massimo. Ed è forse per quello, per il fatto che ero umidissima e scivolosa, che Said è riuscito a farsi strada nella mia patatina che ormai era diventata una patatona. Due cazzi contemporaneamente nella mia fica. Un dolore atroce me intervallato da orgasmi multipli. Li sentivo entrare e uscire, a volte contemporaneamente a volte alternandosi. Dai miei capezzoli durissimi avevano fatto capolino due gocce di una sostanza trasparente. Forse per via della troppa eccitazione. Ho iniziato a dire di tutto. Di sbattermi come una puttana, di stuprarmi a sangue, di fare tutto ciò che volevano e anche di più. Ero sudatissima e sempre più zuppa attorno alla mia farfallona. Stavo provando un orgasmo dopo l’altro, mi stava venendo quasi da piangere dal dolore e dalla gioia. In quel momento ho visto che qualcun altro era entrato nella stanza. A quel punto di lussuriosa follia avrei voluto entrasse un intero esercito di maschi arrapati. Era un altro ragazzo. Carino anche lui. Ho chiesto chi era e Said mi ha detto che era Antonio, il fratello minore di Ramon. Forse minore di età, non certo di dimensioni. Stava messo meglio di Ramon. Quasi ai livelli di Said. “Ragazzi avete occupato tutto lo spazio”, fu la prima cosa che disse sorridendo. “Allora a me non resta che incularla”. Said gli dice che non può per via del mio problema di ragadi ma a quel punto sono io che me ne frego altamente. “Inculami a sangue e fammi male” gli ho urlato. Lui non se l’è fatto ripetere. Col suo cazzo turgido è entrato dentro di me. Il dolore era forte ma stavo godendo da matti. “scopatemi come una cagna” urlavo continuamente. Non riuscivo a vedere come si fossero sistemati con i corpi, ma sentivo perfettamente come si erano posizionati dentro di me. Ero impalata da tre cazzi favolosi. Due nella mia fica e uno nel culo. Ad un certo punto ho sentito una successione di contrazioni a livello di vagina e di utero. Un piacere mai provato. Ho detto loro che stavo godendo in un modo strano, mai provato prima, come se l’orgasmo non riguardasse solo il clitoride. Said mi ha detto che stavo avendo un orgasmo vaginale. Ho urlato come un ossessa e dicevo di non smettere. Antonio ha tolto il suo pene dal mio deretano che era un po’ sporco di sangue. A quel punto si è messo davanti alla mia bocca e mi ha detto di succhiarglielo. Io l’ho fatto. Glie l’ ho preso in bocca tutto, fino in gola. Mi ha detto che voleva venirmi in bocca. Io ho continuato a smanettarglielo e a succhiarlo. Intanto Ramon e Said non smettevano un attimo di sfondarmi la fica ormai tutta spaparanzata. Poi ho sentito Antonio gemere e riempirmi la bocca con il suo caldo e liquido orgasmo. In quel momento, rapita dall’eccitazione, ho fatto col suo sperma una sorta di sciacqui per assaporarlo. Un gusto amarognolo. E poi l’ ho ingoiato tutto d’un sorso. Antonio è rimasto stupito ma anche compiaciuto e mi ha dato un bacio sulla fronte. Sentivo gli altri due che si muovevano dentro di me sempre più rapidamente. In quel momento ho urlato una frase dettata da un piacere mai provato: “Sborratemi entrambi nella fregna e mettetemi incinta!” Questo ho detto. Proprio così. E loro mi hanno accontentata. Sono venuti quasi in contemporanea. Ho sentito il loro seme caldo inondarmi vagina e utero. Quando abbiamo finito siamo rimasti abbracciati a lungo. Io, Ramon e Said. Antonio invece è tornato nell’altra stanza. Sono rimasta con Said e Ramon. Ora capisci perché non posso più stare con te? Le volte successive a quella sera in cui io e te abbiamo fatto l’amore non riuscivo più a provare piacere. Ormai non posso più accontentarmi delle tue dimensioni “standard”, ora che ho capito qual è la capienza effettiva della mia fica.
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