1. Dopo il litigio

    AvatarBy Ares il 18 July 2014
     
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    Avevamo litigato brutalmente due giorni prima, e quelle 48 ore senza vederci erano state uno strazio, mi mancava e sapevo di mancargli, avevo bisogno di vederlo e così misi da parte l'orgoglio e, nonostante sapevo che era ancora arrabbiato con me, mi preparai per andare da lui.

    Reggiseno in pizzo nero sotto un vestito scollato bianco lungo sopra il ginocchio, miniperizoma abbinato, calze autoreggenti, tacchi alti, poco trucco e via. Prima di entrare nell'ascensore di casa sua mi aggiustai il seno, in modo che il reggiseno coprisse solo i capezzoli. Mi diedi un ultimo sguardo allo specchio, il vestito faceva risaltare la vita stretta e il mio sedere alto, il seno era invitante, avevo in mano le carte per essere perdonata.

    Mi aprì il suo coinquilino, mi guardò e senza distogliere lo sguardo da me, lo chiamò, poi poggiò la mano sulla mia schiena e mi fece strada sino alla cucina.

    Lui arrivò subito, in pantaloni della tuta e una maglietta da casa, mi guardò e guardò il suo coinquilino, che mi versava un bicchiere d'acqua fissandomi il petto e le gambe. Lo vidi sussultare dal fastidio, gli disse qualcosa in dialetto e lo mandò fuori di casa.

    Eravamo soli, finalmente.

    Io ero fremente, lo guardavo e lo desideravo, ma ero anche spaventata, sapevo della sua gelosia, e la parentesi degli sguardi con il coinquilino non poteva avergli fatto piacere.

    - potevi direttamente uscire nuda, mi disse, e mi alzai, mi avvicinai a lui

    - mi mancavi

    - e ti vesti da puttana quando ti manco?

    gli lecco le labbra e mi respinge, ma mi insinuo tra le sue gambe, spingo il corpo contro di lui, il vestito scende, scoprendo un pezzo del reggiseno, lo bacio di nuovo. Sa di buono, è caldo e la sua lingua stavolta non mi respinge, si avvolge alla mia, facendomi venire i brividi dall'eccitazione.

    Mi mette una mano sul vestito e mi accarezza il fondoschiena, mi spingo verso di lui, poggia la mano libera tra di noi, sul mio collo, e scende, mi tortura i seni con le mani grandi, li tasta, cerca i capezzoli da sopra la stoffa, abbassa la testa per respirarci contro.

    Intanto, strusciandomi contro di lui sento le risposte del suo corpo a tutto questo. I pantaloni della tuta non nascondono il rigonfiamento in mezzo alle gambe, e lo sento premere contro la mia pancia, il che mi fa impazzire dalla voglia di lui.

    Ci stacchiamo e mi fa andare in camera da letto, cammino davanti a lui, sculettando, ma è lui che si siede a letto per primo, mi sto

    per sedere su di lui e mi ordina -Chiudi la porta a chiave. Mi giro e la chiudo.

    - Ora senza girarti togliti le calze.

    Resto girata verso la porta e piegandomi in avanti mi tolgo le calze, lentamente, sento il vestito che si alza sul mio culetto mentre mi piego, entrambe le volte, e sento il perizoma sfregarsi contro la mia figa che diventa sempre più umida, mi piace.

    - Siediti qui

    Mi giro e vedo che è rimasto in boxer.

    Mi siedo davanti a lui, porto la gamba sinistra sotto la sua gamba destra e la gamba destra sopra la sua gamba sinistra, lui mi avvicina, i nostri sessi sono poco distanti Mi slaccia il reggiseno e lo tiro via, poi, da sopra il vestito, prende tra le dita i capezzoli e li stringe, io inizio a gemere e portandomi avanti col bacino, faccio aderire la mia figa al suo cazzo ormai costretto dai boxer, e gemendo inizio un lento strusciare, lui mi tira giù il vestito e scopre i seni, li lecca, fa dei giri attorno ai capezzoli e li succhia con voglia, dando dei piccoli colpi con la lingua, io nel frattempo masturbo entrambi senza usare le mani, solo sfregandoci.. alzo il vestito in modo che ci sia solo l intimo a separare i nostri sessi dal sentire i rispettivi umori.

    - Togliti il vestito

    Senza allontanarmi da lui faccio passare il mio vestito per la testa e lo faccio volare via, faccio per aderire il mio seno al suo petto ma mi frena, allontana di poco il bacino e fa scendere la mano sino alla mia passera liscia, fa scorrere due dita sopra il perizoma e, delicatamente apre le labbra della mia figa e infila lo stretto pezzo di stoffa tra di loro. Così è direttamente a contatto con il mio clitoride e il minimo movimento mi farebbe venire.

    Lui lo capisce e decide di lasciare stare la passera per un po' e di dedicarsi al suo stesso piacere. Si alza, toglie i boxer e si posiziona davanti a me, seduta. Mi spalanca le gambe facendomi sussultare e fa svettare il suo cazzo in tiro, grosso e lungo, davanti alla mia faccia. Me lo passa lungo tutta la faccia, guance, mento, sopra le labbra, ci alito sopra, poi lo prendo in mano e inizio a leccarlo, lentamente ma con forza. Quando è umido della mia saliva, mi abbasso per leccargli le palle, gliele succhio, senza smettere di segare il suo cazzo con la mano. Poi riprendo a leccare l'asta, ma ho troppa voglia di prenderlo in bocca, così faccio scivolare la punta tra le mie labbra carnose, e lo guardo, lo lecco senza farlo entrare, gli succhio la punta tenendogli le palle con una mano per giocarci, e segandolo con l'altra. Lui abbassa la mano sino a prendermi i capezzoli tra le dita, stringendoli forte, facendomi eccitare ancora di più. Cosi mi decido a farlo entrare lentamente dentro la mia bocca, lo faccio poggiare contro la guancia e lavoro di lingua attorno, ma lui non sembra starci, muove il bacino, senza smettere di stritolarmi i capezzoli, cosi lo tiro fuori, succhio e lecco la punta grossissima e lo porto interamente dentro, facendolo poi uscire piano e tenendo le labbra strette. Lì decide di dare lui il ritmo e inizia dare colpi coi reni, come se il suo cazzo fosse dentro la mia figa e non la mia bocca, mi scopa così per un po' e io non posso evitare di gemere come una cagna, con il perizoma ormai fradicio dentro la mia figa, che mi fa tremare e desiderare di essere impalata da lui.

    Lui se ne accorge e esce dalla mia bocca, si siede sul letto e fa strusciare la punta del suo cazzo, piano, sulle labbra della figa e sopra la stoffa del perizoma.

    - Guarda come sei bagnata.. - Lo so.. - Cosa ti fa bagnare cosi? - Lo sai

    Tira il perizoma verso l'alto. - Dimmelo. - Spompinarti mi eccita lo sai. - Io penso che anche il vestirti come una troia ti abbia eccitato. - ... Forse

    Tira ancora di più il perizoma verso l'alto, mi fa urlare, e lo tira fuori, lo fa sfilare via e passa un dito sulla mia passera bagnata, me lo mette in bocca e lo fa scendere sui capezzoli e poi di nuovo dentro la figa, ripete la stessa operazione con due, tre dita.

    Mi fa sdraiare sopra di lui, prendo il suo cazzo con la mano e lo infilo dentro di me, lo cavalco con forza per sentirlo tutto dentro di me, come se mi spaccasse in due. Lui accompagna i colpi di reni a delle sculacciate sui miei glutei, facendomi scivolare gli umori tra le cosce.

    - Ti piace così? - oh si. Colpo. - Quando sei eccitata diventi proprio una cagna in calore, una vacca da sfondare. - Si amore mio, lo so.. sfondami tu.

    Al chè mi solleva, mi fa mettere a pecorina sul letto, con la testa poggiata al cuscino e il sedere rialzato, e mi prende così, con forza, urlando oscenità, e senza smettere di sculacciarmi. Quando sta per venire esce dalla mia passera in fiamme, si sega con la mano, e mi ordina di aprire la bocca. E io, con una mano che sgrilletta il mio clitoride, l'altra sul suo cazzo per masturbarlo, lo faccio venire, insieme a me, nella mia bocca.

    - Puliscimi.

    Non me lo faccio ripetere due volte, lo lecco sino in fondo, e mando giù.

    Lì, mi bacia e mi dice - Diventi così ogni volta che litighiamo? Perchè d'ora in poi non faremo altro
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