Pomeriggio inoltrato. Il sole è ancora molto intenso. Procedo a rilento
intrappolata in un groviglio di automobili. Sento i vestiti incollati alla pelle e alla
radio non trasmettono nemmeno un brano decente che mi distragga da questa
sensazione di soffocamento.
Nella mia testa passo a rassegna tutti i sexy shop della città che riesco a
ricordare.
Il primo a tornarmi in mente è quello situato a pochi metri dalla mia vecchia
scuola. L’ho visto per cinque anni!
Ogni tanto do uno sguardo alle macchine a fianco, arrestate sotto il sole in
quella coda che pare interminabile. Le persone al volante mi sembrano tanti
polli fritti confezionati nelle loro scatolette di metallo.
E’ deprimente l’idea di dare la stessa impressione…
Penso all’assurdità di non prevedere delle corsie per i TIR o addirittura delle
strade riservate solo a mezzi pesanti. Quando riesco ad avanzare di qualche
metro con un pizzico di entusiasmo, avverto anche il fremito dell’imbarazzo di
dover entrare in un sexy shop a comprarmi un plug...
Non mi preoccupo tanto di cosa chiedere o che parole usare, ma di chi mi
troverò di fronte. Non sono dell’umore giusto per sopportare sogghigni strani,
eccessiva invadenza o tentativi d’approccio.
Sono già stata in quel genere di negozio. Mai da sola però. E quando sei in
compagnia non ti curi neppure di chi sta alla cassa. In effetti non capisco perché
mi faccio infastidire da preconcetti che non ricordo d’avere mai avuto. Come
sicura di dover affrontare un maniaco bavoso che una volta varcato l’ingresso
sorprenderò masturbarsi su un film porno...
Forse è il caldo insopportabile o forse è solo la certezza che quanto comprerò
poi lo dovrò utilizzare risucchiandolo completamente là dove in genere chiudo
con il chiavistello!
Finalmente passo l’incrocio e svolto in una via meno trafficata. Qualche minuto
e sono già davanti al sexy shop. C’è un parcheggio libero lì vicino, ma faccio
comunque il giro per ben tre volte nel tentativo che venga occupato da un’altra
vettura. Avrei una giustificazione mentale per concedermi più tempo.
Niente! Ci infilo la mia auto.
Cammino qualche minuto all’esterno del negozio. C’è un bigliettino con scritto
suonare ed una freccia che indica il campanello. Più leggo quel bigliettino più
l’agitazione entra in circolo…
Suono. Si apre la porta. Timidamente entro e mi fermo per qualche istante sulla
soglia. Mi allungo in avanti nel tentativo di vedere oltre quella mezza parete che
divide l’ingresso dalla cassa. C’è un ragazzo, sulla quarantina, magro e alto con
la barba di qualche giorno. E’ concentrato davanti al monitor di una tv. Avanzo.
Lui si gira e con un sorriso un po’ ebete fa un commento sul film che sta
guardando: “stavolta è un capolavoro!”. Bé, penso che perlomeno è intento a
farsi i fatti suoi.
Come non detto: si alza con l’agilità di un felino zoppo, e in un sorriso oltremodo
allargato in un’innumerevole quantità di denti mi dice: ”come posso aiutarti?”.
Vorrei rispondere come mio solito “do solamente un’occhiata”, ma non è vero!
Sono qui per comprare diamine! e non ho voglia di perdere tempo tra gli scaffali
per poi dover ricorrere nuovamente al suo aiuto. Faccio un respiro profondo ed
esclamo il più velocemente possibile:
”cercavounpluganalesemiindichidovelitrovo!”. Prendo fiato. Lui inclina il capo
con espressione interrogativa, come sanno fare solo i cani nella loro versione
più adorabile…
E-MAIL
[email protected]
IL MIO BLOG DI SPLINDER
PROSSIMAMENTE IN...
LE D…PART - Il primo plug Page 1 of 2
http://laricerca.it.gg/Il-primo-plug.htm 27/08/2012
In uno slancio di coraggio provo a ripetermi più lentamente: ”cerco – un – plug –
anale – dove – li – trovo?”. Lui sorride e io perdo il conto dei denti… Per un
attimo temo lo estragga dalla bocca…
Mentre mi fa strada verso lo scaffale al centro del negozio, dice che sono una
delle poche clienti a chiamarlo correttamente (cioè? con il nome scientifico!?), e
che il più delle volte gli chiedono il dildo a pera o il pomolo anale o la bomba o
altre cose strane.
Mi guarda e mi mostra tutto fiero un plug di dimensioni davvero ridotte anche
per una come me che il secondo canale lo tiene stretto come trattenesse il fiato!
Vittima dell’imbarazzo per la situazione tragicomica, chiedo di un plug più
grande. Lui prende delle confezioni di diverse grandezze e comincia ad estrarre
plug come stesse stappando crodini!
Vedo subito il mio! Stop: eccolo! Ma non faccio in tempo a dire “questo va
bene!”, perchè Lui in uno slancio di umorismo mi mostra un plug di colore
violaceo ad occhio e croce del diametro di venti centimetri! No ripeto: venti
centimetri! No dico, un mostro del genere forse è adatto per sanare il buco
nell’ozono non certo per aiutare la sottoscritta a dilatarsi in modo da poter
sostenere l’ingresso del Padrone!
Mi lascio andare in una risata isterica, anche perché voglio avvalorare l’ipotesi
che si tratti solo di una battuta, e gli chiedo stralunata se ne ha mai venduti di
quella taglia. Lui risponde di no, ma specifica che in alcuni film li ha visti
utilizzare. Andiamo verso la cassa. Metto sul bancone anche una confezione di
gel lubrificante, pago, prendo velocemente il mio sacchetto e più velocemente
ancora la via d’uscita. Mentre sto per chiudermi la porta alle spalle, sento una
voce che mi augura buon divertimento con un tono malizioso…
Il sole è sceso e il traffico diminuito, allungo la mano per aprire la portiera della
macchina: mi prende un colpo! In un flash rivedo le mie chiavi sul bancone:
l’incubo non è terminato. Suono nuovamente il campanello, stavolta senza
esitazione. La porta si apre e mi spingo immediatamente dall’altra parte del
muretto: “le chiavi! Devo averle scordate qui…”.
Lui alza lo sguardo dal monitor della tv, si gira sfoderando un sorriso troppo
esteso per essere davvero umano e dice: ”si bella, le ho messe nella borsetta!”.
Controllo: sono qui! Vorrei morire, anche solo per levargli quel ghigno dal volto!
Ringrazio e salgo frettolosamente in auto. Devo scappare al più presto da
questo posto.
Mi metto in marcia verso casa. Al semaforo, in attesa di ripartire, guardo oltre il
finestrino, e penso che non si è mai visto un pollo fritto con un plug tra le
cosce…
fonte racconto milu
intrappolata in un groviglio di automobili. Sento i vestiti incollati alla pelle e alla
radio non trasmettono nemmeno un brano decente che mi distragga da questa
sensazione di soffocamento.
Nella mia testa passo a rassegna tutti i sexy shop della città che riesco a
ricordare.
Il primo a tornarmi in mente è quello situato a pochi metri dalla mia vecchia
scuola. L’ho visto per cinque anni!
Ogni tanto do uno sguardo alle macchine a fianco, arrestate sotto il sole in
quella coda che pare interminabile. Le persone al volante mi sembrano tanti
polli fritti confezionati nelle loro scatolette di metallo.
E’ deprimente l’idea di dare la stessa impressione…
Penso all’assurdità di non prevedere delle corsie per i TIR o addirittura delle
strade riservate solo a mezzi pesanti. Quando riesco ad avanzare di qualche
metro con un pizzico di entusiasmo, avverto anche il fremito dell’imbarazzo di
dover entrare in un sexy shop a comprarmi un plug...
Non mi preoccupo tanto di cosa chiedere o che parole usare, ma di chi mi
troverò di fronte. Non sono dell’umore giusto per sopportare sogghigni strani,
eccessiva invadenza o tentativi d’approccio.
Sono già stata in quel genere di negozio. Mai da sola però. E quando sei in
compagnia non ti curi neppure di chi sta alla cassa. In effetti non capisco perché
mi faccio infastidire da preconcetti che non ricordo d’avere mai avuto. Come
sicura di dover affrontare un maniaco bavoso che una volta varcato l’ingresso
sorprenderò masturbarsi su un film porno...
Forse è il caldo insopportabile o forse è solo la certezza che quanto comprerò
poi lo dovrò utilizzare risucchiandolo completamente là dove in genere chiudo
con il chiavistello!
Finalmente passo l’incrocio e svolto in una via meno trafficata. Qualche minuto
e sono già davanti al sexy shop. C’è un parcheggio libero lì vicino, ma faccio
comunque il giro per ben tre volte nel tentativo che venga occupato da un’altra
vettura. Avrei una giustificazione mentale per concedermi più tempo.
Niente! Ci infilo la mia auto.
Cammino qualche minuto all’esterno del negozio. C’è un bigliettino con scritto
suonare ed una freccia che indica il campanello. Più leggo quel bigliettino più
l’agitazione entra in circolo…
Suono. Si apre la porta. Timidamente entro e mi fermo per qualche istante sulla
soglia. Mi allungo in avanti nel tentativo di vedere oltre quella mezza parete che
divide l’ingresso dalla cassa. C’è un ragazzo, sulla quarantina, magro e alto con
la barba di qualche giorno. E’ concentrato davanti al monitor di una tv. Avanzo.
Lui si gira e con un sorriso un po’ ebete fa un commento sul film che sta
guardando: “stavolta è un capolavoro!”. Bé, penso che perlomeno è intento a
farsi i fatti suoi.
Come non detto: si alza con l’agilità di un felino zoppo, e in un sorriso oltremodo
allargato in un’innumerevole quantità di denti mi dice: ”come posso aiutarti?”.
Vorrei rispondere come mio solito “do solamente un’occhiata”, ma non è vero!
Sono qui per comprare diamine! e non ho voglia di perdere tempo tra gli scaffali
per poi dover ricorrere nuovamente al suo aiuto. Faccio un respiro profondo ed
esclamo il più velocemente possibile:
”cercavounpluganalesemiindichidovelitrovo!”. Prendo fiato. Lui inclina il capo
con espressione interrogativa, come sanno fare solo i cani nella loro versione
più adorabile…
[email protected]
IL MIO BLOG DI SPLINDER
PROSSIMAMENTE IN...
LE D…PART - Il primo plug Page 1 of 2
http://laricerca.it.gg/Il-primo-plug.htm 27/08/2012
In uno slancio di coraggio provo a ripetermi più lentamente: ”cerco – un – plug –
anale – dove – li – trovo?”. Lui sorride e io perdo il conto dei denti… Per un
attimo temo lo estragga dalla bocca…
Mentre mi fa strada verso lo scaffale al centro del negozio, dice che sono una
delle poche clienti a chiamarlo correttamente (cioè? con il nome scientifico!?), e
che il più delle volte gli chiedono il dildo a pera o il pomolo anale o la bomba o
altre cose strane.
Mi guarda e mi mostra tutto fiero un plug di dimensioni davvero ridotte anche
per una come me che il secondo canale lo tiene stretto come trattenesse il fiato!
Vittima dell’imbarazzo per la situazione tragicomica, chiedo di un plug più
grande. Lui prende delle confezioni di diverse grandezze e comincia ad estrarre
plug come stesse stappando crodini!
Vedo subito il mio! Stop: eccolo! Ma non faccio in tempo a dire “questo va
bene!”, perchè Lui in uno slancio di umorismo mi mostra un plug di colore
violaceo ad occhio e croce del diametro di venti centimetri! No ripeto: venti
centimetri! No dico, un mostro del genere forse è adatto per sanare il buco
nell’ozono non certo per aiutare la sottoscritta a dilatarsi in modo da poter
sostenere l’ingresso del Padrone!
Mi lascio andare in una risata isterica, anche perché voglio avvalorare l’ipotesi
che si tratti solo di una battuta, e gli chiedo stralunata se ne ha mai venduti di
quella taglia. Lui risponde di no, ma specifica che in alcuni film li ha visti
utilizzare. Andiamo verso la cassa. Metto sul bancone anche una confezione di
gel lubrificante, pago, prendo velocemente il mio sacchetto e più velocemente
ancora la via d’uscita. Mentre sto per chiudermi la porta alle spalle, sento una
voce che mi augura buon divertimento con un tono malizioso…
Il sole è sceso e il traffico diminuito, allungo la mano per aprire la portiera della
macchina: mi prende un colpo! In un flash rivedo le mie chiavi sul bancone:
l’incubo non è terminato. Suono nuovamente il campanello, stavolta senza
esitazione. La porta si apre e mi spingo immediatamente dall’altra parte del
muretto: “le chiavi! Devo averle scordate qui…”.
Lui alza lo sguardo dal monitor della tv, si gira sfoderando un sorriso troppo
esteso per essere davvero umano e dice: ”si bella, le ho messe nella borsetta!”.
Controllo: sono qui! Vorrei morire, anche solo per levargli quel ghigno dal volto!
Ringrazio e salgo frettolosamente in auto. Devo scappare al più presto da
questo posto.
Mi metto in marcia verso casa. Al semaforo, in attesa di ripartire, guardo oltre il
finestrino, e penso che non si è mai visto un pollo fritto con un plug tra le
cosce…
fonte racconto milu
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