1. Compere in un pomeriggio molto intenso

    AvatarBy Belen il 27 Aug. 2012
     
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    Pomeriggio inoltrato. Il sole è ancora molto intenso. Procedo a rilento
    intrappolata in un groviglio di automobili. Sento i vestiti incollati alla pelle e alla
    radio non trasmettono nemmeno un brano decente che mi distragga da questa
    sensazione di soffocamento.
    Nella mia testa passo a rassegna tutti i sexy shop della città che riesco a
    ricordare.
    Il primo a tornarmi in mente è quello situato a pochi metri dalla mia vecchia
    scuola. L’ho visto per cinque anni!
    Ogni tanto do uno sguardo alle macchine a fianco, arrestate sotto il sole in
    quella coda che pare interminabile. Le persone al volante mi sembrano tanti
    polli fritti confezionati nelle loro scatolette di metallo.
    E’ deprimente l’idea di dare la stessa impressione…
    Penso all’assurdità di non prevedere delle corsie per i TIR o addirittura delle
    strade riservate solo a mezzi pesanti. Quando riesco ad avanzare di qualche
    metro con un pizzico di entusiasmo, avverto anche il fremito dell’imbarazzo di
    dover entrare in un sexy shop a comprarmi un plug...
    Non mi preoccupo tanto di cosa chiedere o che parole usare, ma di chi mi
    troverò di fronte. Non sono dell’umore giusto per sopportare sogghigni strani,
    eccessiva invadenza o tentativi d’approccio.
    Sono già stata in quel genere di negozio. Mai da sola però. E quando sei in
    compagnia non ti curi neppure di chi sta alla cassa. In effetti non capisco perché
    mi faccio infastidire da preconcetti che non ricordo d’avere mai avuto. Come
    sicura di dover affrontare un maniaco bavoso che una volta varcato l’ingresso
    sorprenderò masturbarsi su un film porno...
    Forse è il caldo insopportabile o forse è solo la certezza che quanto comprerò
    poi lo dovrò utilizzare risucchiandolo completamente là dove in genere chiudo
    con il chiavistello!
    Finalmente passo l’incrocio e svolto in una via meno trafficata. Qualche minuto
    e sono già davanti al sexy shop. C’è un parcheggio libero lì vicino, ma faccio
    comunque il giro per ben tre volte nel tentativo che venga occupato da un’altra
    vettura. Avrei una giustificazione mentale per concedermi più tempo.
    Niente! Ci infilo la mia auto.
    Cammino qualche minuto all’esterno del negozio. C’è un bigliettino con scritto
    suonare ed una freccia che indica il campanello. Più leggo quel bigliettino più
    l’agitazione entra in circolo…
    Suono. Si apre la porta. Timidamente entro e mi fermo per qualche istante sulla
    soglia. Mi allungo in avanti nel tentativo di vedere oltre quella mezza parete che
    divide l’ingresso dalla cassa. C’è un ragazzo, sulla quarantina, magro e alto con
    la barba di qualche giorno. E’ concentrato davanti al monitor di una tv. Avanzo.
    Lui si gira e con un sorriso un po’ ebete fa un commento sul film che sta
    guardando: “stavolta è un capolavoro!”. Bé, penso che perlomeno è intento a
    farsi i fatti suoi.
    Come non detto: si alza con l’agilità di un felino zoppo, e in un sorriso oltremodo
    allargato in un’innumerevole quantità di denti mi dice: ”come posso aiutarti?”.
    Vorrei rispondere come mio solito “do solamente un’occhiata”, ma non è vero!
    Sono qui per comprare diamine! e non ho voglia di perdere tempo tra gli scaffali
    per poi dover ricorrere nuovamente al suo aiuto. Faccio un respiro profondo ed
    esclamo il più velocemente possibile:
    ”cercavounpluganalesemiindichidovelitrovo!”. Prendo fiato. Lui inclina il capo
    con espressione interrogativa, come sanno fare solo i cani nella loro versione
    più adorabile…
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    LE D…PART - Il primo plug Page 1 of 2
    http://laricerca.it.gg/Il-primo-plug.htm 27/08/2012
    In uno slancio di coraggio provo a ripetermi più lentamente: ”cerco – un – plug –
    anale – dove – li – trovo?”. Lui sorride e io perdo il conto dei denti… Per un
    attimo temo lo estragga dalla bocca…
    Mentre mi fa strada verso lo scaffale al centro del negozio, dice che sono una
    delle poche clienti a chiamarlo correttamente (cioè? con il nome scientifico!?), e
    che il più delle volte gli chiedono il dildo a pera o il pomolo anale o la bomba o
    altre cose strane.
    Mi guarda e mi mostra tutto fiero un plug di dimensioni davvero ridotte anche
    per una come me che il secondo canale lo tiene stretto come trattenesse il fiato!
    Vittima dell’imbarazzo per la situazione tragicomica, chiedo di un plug più
    grande. Lui prende delle confezioni di diverse grandezze e comincia ad estrarre
    plug come stesse stappando crodini!
    Vedo subito il mio! Stop: eccolo! Ma non faccio in tempo a dire “questo va
    bene!”, perchè Lui in uno slancio di umorismo mi mostra un plug di colore
    violaceo ad occhio e croce del diametro di venti centimetri! No ripeto: venti
    centimetri! No dico, un mostro del genere forse è adatto per sanare il buco
    nell’ozono non certo per aiutare la sottoscritta a dilatarsi in modo da poter
    sostenere l’ingresso del Padrone!
    Mi lascio andare in una risata isterica, anche perché voglio avvalorare l’ipotesi
    che si tratti solo di una battuta, e gli chiedo stralunata se ne ha mai venduti di
    quella taglia. Lui risponde di no, ma specifica che in alcuni film li ha visti
    utilizzare. Andiamo verso la cassa. Metto sul bancone anche una confezione di
    gel lubrificante, pago, prendo velocemente il mio sacchetto e più velocemente
    ancora la via d’uscita. Mentre sto per chiudermi la porta alle spalle, sento una
    voce che mi augura buon divertimento con un tono malizioso…
    Il sole è sceso e il traffico diminuito, allungo la mano per aprire la portiera della
    macchina: mi prende un colpo! In un flash rivedo le mie chiavi sul bancone:
    l’incubo non è terminato. Suono nuovamente il campanello, stavolta senza
    esitazione. La porta si apre e mi spingo immediatamente dall’altra parte del
    muretto: “le chiavi! Devo averle scordate qui…”.
    Lui alza lo sguardo dal monitor della tv, si gira sfoderando un sorriso troppo
    esteso per essere davvero umano e dice: ”si bella, le ho messe nella borsetta!”.
    Controllo: sono qui! Vorrei morire, anche solo per levargli quel ghigno dal volto!
    Ringrazio e salgo frettolosamente in auto. Devo scappare al più presto da
    questo posto.
    Mi metto in marcia verso casa. Al semaforo, in attesa di ripartire, guardo oltre il
    finestrino, e penso che non si è mai visto un pollo fritto con un plug tra le
    cosce…

    fonte racconto milu
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