1. Racconti Incesto - Il miglior aiuto di una suocera ? Scoparsela

    AvatarBy imee munaa il 2 Dec. 2012
     
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    Racconti Incesto - Il miglior aiuto di una suocera ? Scoparsela


    La fonte del racconto è www.google.com diritti dei rispettivi autori


    Non so quanti tra gli "scrittori" di questo sito abbiano raccontato di un rapporto con la suocera; io l'ho avuto realmente e se mi decido solo adesso a raccontarlo, è perchè il fatto risale a molti anni fa; mio suocero non c'è più e lei ha ormai un'età in cui il sesso è stato dimenticato e rimosso da tempo.
    Avevo 27 anni ed ero sposato da qualche mese; presto si erano manifestati dei problemi nei rapporti intimi con mia moglie. Anche da fidanzati non era stato un granchè: sempre un pò freddina, opponeva ostacoli a rapporti completi e limiti insormontabili ad un certo tipo di rapporti (pompino o cunnilictus); pensavo fosse dovuto ad un'educazione molto all'antica, a eccessivo pudore o alla mia frenesia che la spaventava.
    Le discussioni si ripetevano quasi tutti i giorni e non sembrava esserci una via d'uscita; le scopate erano quasi sempre troppo regolari e poco coinvolgenti.
    Il fatto che avrebbe cambiato la nostra vita coniugale avvenne quasi per caso, almeno così pensai all'inizio.
    Un giovedì, il mio giorno libero dal lavoro, ero a casa e verso le nove bussarono al campanello, proprio mentre uscivo dalla doccia. Indossai subito l'accappatoio e andai ad aprire: era mia suocera.
    Rimasi sorpreso, non era frequente che lei mi venisse a trovare, anzi non era mai successo e soprattutto senza la presenza di suo marito, che però a quell'ora era sicuramente al lavoro. Visto che esitavo a farla accomodare, fu lei a chiedermi di entrare. Chiese di sua figlia, si sorprese di non averla trovata, ma credo fingesse perchè avrebbe dovuto sapere che lei era al lavoro.
    Cominciò a parlare del più e del meno, ma capii che il motivo della visita doveva essere un altro e più preciso; le offrii un caffè che preparai rapidamente. Lo consumammo seduti sul divano mentre ancora indossavo solo l'accappatoio; mentre l'ascoltavo osservai che era vestita elegantemente e, dato l'orario e la persona con cui parlava, cioè me, mi sembrava fuori luogo. Lei però all'epoca aveva poco più di 45 anni ed era, malgrado l'inizio della menopausa e una certa "consistenza" di taglia, una bella donna che si faceva guardare in strada: seno prorompente, culo notevole che era esaltato da un'andatura ondulatoria che lo proponeva anche ai distratti. Inoltre lei aveva un carattere aperto e "spartano", come diceva lei, cioè ricca di un linguaggio spinto, sfrontata e parlava alla pari con gli uomini, cosa che per quei tempi era almeno raro.
    Riprese a parlare facendo cadere il discorso su mia moglie, era quello l'argomento che le interessava; riferì che la trovava depressa e non riusciva a capirne granchè se non che qualcosa non funzionava nel nostro rapporto. Mi chiedeva perciò chiarimenti e, data

    la delicatezza dell'argomento, era venuta all'insaputa del marito.
    Riferii con qualche esitazione delle difficoltà di avere rapporti soddisfacenti con mia moglie, della sua difficoltà ad accettare rapporti più liberi e coinvolgenti; chiarii che non era un problema di sentimenti perchè ero certo che l'amavo così come non avevo dubbi che anche lei mi amasse.
    Mi obiettò se per caso ero troppo irruento e magari potevo averla spaventata; riferii che avevo provato nei modi più gentili e affettuosi possibili. Faceva fatica a capire le ragioni del rifiuto di sua figlia, anche se cercava di giustificarla con l'educazione ricevuta e, azzardò, con la somiglianza del carattere con il padre, troppo chiuso e introverso. Perciò, chiarendo che lo faceva solo per la nostra felicità, volle sapere qualcosa di più di ciò che avveniva nel nostro letto.
    Malgrado conoscessi da diversi anni mia suocera e soprattutto il suo carattere, aperto e allegro, ebbi parecchia difficoltà a raccontare dettagli difficili; lei insistette e lanciò un velato sopetto che potessero esserci forse mie responsabilità. Perciò raccontai dei suoi rifiuti a prenderlo in bocca, ad offrirmi il culo, persino a lasciarsi leccare, almeno il tempo di scaldarla; quando le confessai che non lo avevamo mai fatto a luce accesa perchè si vergognava, il suo atteggiamneto mutò improvvisamente: si fece seria e pensosa.
    Poi disse: "ma allora è più grave di quanto pensassi ! ma, dimmi, non sarà che l'hai spaventata con .... le dimensioni, può capitare, sai ?"
    L'argomento si faceva molto delicato, anche se la sua disponibilità a tentare la salvezza del mio matrimonio era totale e sincera. Risposi con qualche impaccio che ritenevo di normale dimensione il mio pene.
    Prese coraggio e insistette: "fammelo vedere, tanto basta che sciogli l'accappatoio.."
    Quasi mi vergognavo, ma rifiutarsi poteva sembrarle un'ammissione di colpa mia, perciò allentai il laccio che legava l'accappatoio e mostrai il mio pene, ancora da seduto. Lei lo guardò attenta, non disse nulla, ma mi chiese di alzarmi per rendersene meglio conto; quando mi alzai, lasciai che guardasse, ma il suo sguardo attento mi diede un certo brivido e, malgrado non fosse eretto, rivelò una discreta consistenza, sia in lunghezza che grossezza.
    Sorrise, si complimentò e aggiunse: "ma chiamalo cazzo, altro che pene; queste sono quelle che sto vivendo io vedendo mia figlia piangere e scoprendo ora che non mi sembra che ci siano tue responsabilità.
    Poi si chiuse in un silenzio che trovai strano e con un pò d'impaccio tornò a farmi altre domande, su come mi avvicinavo a lei, se aspettavo che si sciogliesse e se usavo la forza.
    Risposi che stavo molto attento ai preliminari e che avevo rispetto delle sue difficoltà e lo dissi rimanendo ancora con l'accappatoio aperto; l'argomento di discussione e lo sguardo fisso di mia suocera però mi avevano portato ad uno stato d'eccitazione discreto, comunque visibile, ma di cui non mi resi pienamente conto.
    Lei invece, rimanendo seduta, si accostò a me e, prima che io ne avessi il tempo, strinse il mio cazzo, lo soppesò come fosse una merce da valutare. Il cazzo ebbe un soprassalto di eccitazione, non mi diede il tempo di reagire o di rifiutare.
    Uno sguardo veloce all'orologio e aggiunse in tono quasi di comando: "immagina che io sia mia figlia e convincimi a fare l'amore... ma fai presto perchè non vorrei che tornasse".
    Tentai una resistenza troppo debole, ormai ero abbastanza eccitato e poi mia suocera mi era sempre piaciuta. Mi accostai davanti al suo viso e con una certa difficoltà cercai la sua bocca che baciai timidamente; rimase fredda e non disse niente, allora introdussi la lingua nella sua bocca, feci dei giri vorticosi cercando e afferrando la sua lingua; lei mi lasciava fare senza reagire nè partecipare. Allora le carezzai i seni da sopra la camicia: stavolta non potè mascherare la sua partecipazione. I capezzoli si rizzarono vistosamente e li sentii grossi sotto le mie dita, accelerai il rapporto sbottonando la camicia: si presentò uno spettacolo che avevo sempre intuito, ma mai visto o goduto. Anche coperte dal reggi le sue tette erano uno spettacolo bellissimo per gli occhi e strabiliante per il cazzo che le appoggiai sulla pancia stringendola un pò; esaltai quella stretta stringendola con le braccia e carezzando il suo culo.
    Lei lasciava fare, anche se il suo atteggiamento sembrava quello di una professoressa che stava sottoponendomi ad un esame; spinsi la mia mano sotto la gonna, incoraggiato dall'assenza di un suo rifiuto, carezzai dal basso verso l'alto le sue cosce, abbondanti, ma ben tornite. Arrivato allo slip ne seguii il percorso dell'elastico, dietro e davanti, Avvertii che la sua pelle s'increspava forse in preda ad un pò d'eccitazione.
    Esitai temendo di essere andato oltre, ma lei mi rimproverò: "tutto qui ? allora forse non è tutta colpa sua !"
    Questo rimprovero mi fece saltare i nervi e perdere il controllo del mio comportamento: le sfilai la gonna così rudemente che si ruppe lo zip, poi fu la volta dello slip che sfilai con rabbia e rapidità.
    La spinsi sul divano, tirai fuori le tette dal reggi senza toglierlo, le allargai le cosce e inginocchiandomi ai suoi piedi, non per implorarla, iniziai a baciarle la fica, a leccarla, a introdurre la lingua con cui giocai senza freno sul clito, sulle piccole labbra di cui seguivo il percorso. Un fiume di umori invase le mie labbra e la bocca; bevvi avidamente e golosamente, mentre con le mani tormentai le sue tette e i capezzoli.
    Cominciò a gemere sommessamente, forse più per paura di essere sentita da orecchie indiscrete, che per mancanza di piacere; allora capii che era giunto il momento di fotterla: accostai la cappella, fradicia del mio liquido e la introdussi con facilità e goduria. Le sue gambe, una distesa sul pavimento, l'altra con il ginocchio alzato e appoggiata al divano favorirono una penetrazione più completa; i miei movimenti, costanti e potenti provocavano ancora flussi dei suoi umori e un dolce sfrigolìo di umori accompagnava come una colonna sonora l'attrito dei nostri sessi. Lei teneva la testa rovesciata all'indietro, la bocca spalancata e gli occhi sbarrati nel vuoto; morivo dalla voglia prepotente di godere e sborrarle dentro e non solo per dimostrarle che ci sapevo fare, ma perchè proprio mi piaceva e mi aveva arrapato tantissimo.
    Puntai perciò i piedi a terra, mi aggrappai con le mani alle sue tette come ad un'ancora di salvezza e il solo punto di contatto tra i nostri corpi rimase il mio bastone interamente immerso nella sua splendida fica.
    Sborrai una quantità enorme di sperma, gridai di piacere, mentre lei con i denti stretti mostrò di godere quasi in silenzio, ma strinse per l'ultima volta le sue cosce sul mio cazzo ancora fumante e annegato in quella grotta di piacere.
    Quando mi alzai, mi allontanandomi da lei senza parlare; bevvi avidamente un bicchiere d'acqua e riflettei su quello che avevo fatto. Non ne ebbi il tempo, mia suocera si era voltata, ancora nuda, le gambe strette sul petto e il viso nascosto sulla spalliera del divano: piangeva. Piangeva in modo inequivocabile, solo ora si rendeva conto di quello che avevamo fatto; se ne vergognava e si era già pentita.
    Cercai di calmarla; mi confessò che non avrebbe avuto più il coraggio di guardare negli occhi il marito nè di rifarlo con lui, che era una poco di buono e che si era comportata come una donnaccia. Mi sedetti accanto a lei e la tranquillizzai dicendole che l'avevamo fatto solo per amore di sua figlia e mia moglie e che forse questo sacrificio avrebbe aiutato a risolvere a poco a poco il problema tra me e lei.
    Finalmente si calmò, si avviò verso il bagno dove volevo accompagnarla, ma non volle, anzi mi chiese di non guardarla perchè si vergognava. Si lavò, tornò e si rivestì in fretta quasi temessi che conservassi il ricordo del suo corpo nudo, poi m'implorò di non parlarne con nessuno e che doveva restare un segreto tra noi due.
    Tornò in bagno, trovò la forza di guardarsi allo specchio e ritoccò un pò il trucco e stese un velo di rossetto sulle labbra: era il segno che stava superando lo shock della prima volta. Uscì dal bagno e prima di salutarmi, mi rassicurò: "troverò le parole giuste da dire a lei per cambiare le cose e poi ti suggerirò cosa dovrai fare tu,intanto, devi solo aspettare qualche giorno o settimana; stai tranquillo, perchè tu sei a posto, anzi di più".
    Queste ultime parole mi risollevarono, per il rapporto con mia moglie e per quello non previsto con la suocera.
    Restai sorpreso e ansioso su cosa sarebbe successo in seguito; quando lei se ne fu andata definitivamente mi venne quasi il rimpianto di non averla scopata in bocca e questo rimpianto mi è sempre rimasto, perchè quello fu l'unico episodio, mai più ripetuto; però il mio rapporto con mia moglie migliorò lentamente nelle settimane successive, anche grazie a qualche iniziativa che presi autonomamente.
    Ma questa è un'altra storia che forse vi racconterò.... ma scopare la suocera è un incesto o no ??
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