1. Il mondo delle ragazze nel diario segreto - Racconto di sesso

    AvatarBy Belen il 5 Sep. 2012
     
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    Xilia, scarpe autoreggenti. Parte prima


    Uno sguazzo nell’acqua fredda della piscina è quel che ci vuole per lavar via quel senso di fastidio lasciato nel mio pur coriaceo cuore di macho da quel sogno su di te, così pregno di tantriche intimità.

    Adesso sì! sono pronto all’arrembaggio della prima non-più-da-poco-minorenne che sbatte contro il mio virile sguardo.

    Guarda là! Non fai in tempo a pensarci che qui dentro, in questa lampada di aladino al neon rosso, i desideri ti si materializzano subito in gnocche infoianti. E i sensi così ricettivi colgono ogni piccola differenza, ogni piccolo dettaglio che rende una gnocca, in quel preciso istante, la più gnocca delle altre gnocche e diventare ‘la’ desiderata.

    E stavolta il dettaglio, che passa quasi inosservato agli altri, ma non al mio occhio esperto di feticista del piede, anzi della scarpa e della calza, è proprio quel paio di curiose scarpe autoreggenti di tessuto high tech, che adesso, avvicinandomi, vedo bene quanto possano ispirare.

    Un sincretismo tra calza autoreggente e porno zeppa, questo oggetto del desiderio deviato, in tessuto trasparente e lattiginoso che senza soluzione di continuità si deforma, anzi dà forma al meraviglioso piedino a zeppa taccata e a tutta la lunga gamba, per fermarsi proprio all’inguine, con lo stesso rigore estetico con cui un preservativo si ferma alla radice del membro.

    Monocromatico, di un grigio traslucente e anche un po’ fosforescente, il tutto. Uscito di sicuro dalla mente estatica di uno stilista giapponese dedito alle pratiche delle discipline esoteriche e mistiche per far levitare l’energia ideativa.

    E io voglio far levitare al massimo l’energia di godimento che c’è in te, mia Xilia, rispondendo a questa tua trasgressiva disinvoltura stilistica che altro non è che un piccolo segno della tua esuberante e disinvolta, forse sopita, trasgressività in tutto.

    E allora trasgrediamo, ma veramente. Qui, luogo di una trasgressione fin troppo contenuta e addomesticata.
    Niente camera, niente kino. Proprio qui, trasgrediamo, nella penombra del bar, perché i tuoi polpacci sottili e le tue cosce lunghe e fosforescenti segnalino a distanza, e a tutti gli avventori, quanto sei allargata nella posizione della ‘pecorina meditativa’, che esotericamente e scandalosamente ti faccio assumere.

    Qui e ora! Si lo so. Il pavimento di cemento è duro sotto le tue ginocchia. Si lo so. Il pavimento di cemento è freddo e sporco per appoggiarci la guancia. Si lo so. Alla scomodità e all’indolenzimento che diverrà insopportabile si unisce anche il senso di mortificazione e svilimento che provi nel fare questo davanti a tutti. Ma la ‘meditazione a pecorina’, che le tue scarpe autoreggenti mi hanno ispirato, e alla quale ti voglio iniziare, ha le sue regole, la sua disciplina.

    E noi, qui e ora, applicheremo la disciplina di un esercizio di meditazione esoterica che farà giungere ai tuoi centri libidici, ormai troppo assuefatti ai piaceri forti e grevi, ogni minima sensazione di godimento, anche quella quasi impercettibile.

    Ti abituerai a forme sempre più estreme di minimalismo libidico. Forme sofisticate. Pericolose. Quindi dovrai stare attenta a non abusare di questa tua estrema sensibilità, alla quale con rigore e sofferenza giungerai.

    Ti stupirai poi di provare orgasmi multipli e appaganti anche con minimaliste sollecitazioni, nelle più disparate situazioni - live o cyber - che ti faranno sentire imbarazzata di fronte a tutti: clienti, amici, conoscenti occasionali, cugine, nuotatori, camionisti. E tutto questo ti renderà così vulnerabile che ti piacerà un sacco…

    Ti sorprenderai. Mi sorprenderai.

    Ci sorprenderai.
    Saremo in tre per te.


    racconto preso da racconti milu
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