1. quante troie in una casa,scopate da porci

    AvatarBy imee munaa il 22 Sep. 2012
     
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    L'idea fu di mio fratello Gabriele.
    Ci ritrovammo una mattina di buon' ora lui, io e l'agente immobiliare.
    In effetti si trattava di un grande affare, per meno di 300 mila euro a testa ci potevamo aggiudicare un doppio attico in quella splendida palazzina circondata nel verde.
    Si chiamava “Residenza Paradiso” un palazzo di nuova costruzione di dieci appartamenti con giardino circondato dal verde e un bel panorama all'orizzonte. In più era a soli 8 chilometri dalla città, dagli uffici e dal lavoro. In pratica si poteva ottenere una relativa tranquillità abbandonando la frenetica vita del centro senza però perderci in comodità.
    La signora che ci mostrava gli appartamenti era una nanetta alta poco più di un metro e mezzo, la statura la faceva sembrare una ragazzina ma si vedeva che aveva i suoi 40 anni dalle rughe sul viso.
    Nonostante ciò, Gabriele ed io l'avevamo notato subito, aveva un bellissimo culetto a mandolino evidenziato da quel pantacollant verde acqua aderentissimo. Così mentre lei si dava da fare per aprire porte e illustrare stanze io studiavo un po' la casa e un po' il suo fondoschiena.
    “Fidati fratellone le nostre case le vendiamo facilmente perchè sono in centro, dalla tua puoi ricavare senza problemi 200 mila e io altri 150 mila dalla mia”.
    “Fanno 350 mila però, obiettai, e qui si tratta di cacciarne almeno 600”.
    “Per questo -sorrise Gabriele- pensavo alla casa di mamma”.
    Lo fissai. In effetti la vecchia casa dei nostri genitori dove mia madre Milena viveva da sola dopo che papà ci aveva lasciati valeva almeno altri 350 mila come niente.
    “Vendiamo le tre case e comperiamo queste due. Hanno camere in abbondanza per tutti”.
    “E così avremmo la mamma sempre accanto” annuii.
    Solo a pensarci mi veniva il cazzo duro e anche mio fratello pareva dello stesso avviso. Infatti bisogna dire che in famiglia siamo da anni dediti all'incesto e sia io che mio fratello ci divertiamo spesso a chiavarci nostra madre scambiandocela reciprocamente.
    Lei, ninfomane, non si tira mai indietro e anzi spesso si esalta in giochini di gruppo e propone nuove fantasie per la gioia di tutti.
    Averla in casa sarebbe stato fantastico, avrei potuto sbattermi lei e mia moglie assieme tutte le volte che volevo e questo senza contare la bella porca moglie di mio fratello. Si perchè come ho già spiegato siamo dediti all'incesto e questo esclude scambiarci le mogli...
    Ci pensai ma poi pensai anche che mia moglie Luciana non avrebbe accettato, era ovvio che avrebbe fatto pesare il fatto che mia madre viveva in casa con noi e la sua a più di cinquecento chilometri.
    Così ebbi la folgorazione.
    “Senti Gabry facciamo una cosa, tu ti prendi in casa la mamma e io mi prendo mia suocera”.
    “La mamma di Luciana” annuì lui.
    “Si, penso che se ospitassi sotto lo stesso tetto entrambe le madri mia moglie accetterebbe più facilmente la cosa. A te crea problemi?”.
    “No anzi, la signora Maria Luisa mi è molto simpatica” poi si avvicinò e sottovoce aggiunse “e tira delle pompe fantastiche”.
    Già, tanto per tenere alta la bandiera ci eravamo chiavati anche lei.
    Così si decise.
    “Senta, siamo convinti, vorremmo firmare subito il compromesso prima che ci soffino l'affare” disse Gabriele.
    L'agente immobiliare che in seguito disse di chiamarsi Rita fece un sorrisetto da gattina. Una gattina che si era appena mangiata l'uccellino.
    Tirò fuori i documenti, li mise sull'unico tavolo del mio futuro salotto e si chinò a compilarli.
    Chinata così e in controluce quel piccolo culetto sodo era un vero spettacolo.
    Sotto già sentivo il cazzo di marmo e non vedevo l'ora di arrivare a casa per farmi una bella chiavata.
    Gabriele doveva avere le stesse intenzioni perchè quando si avvicinò a firmare come nulla fosse allungò una mano e le sfiorò le chiappe.
    “Sei sola Rita?” le chiese con un sorriso.
    “Sono separata” disse lei sgranando i grossi occhi marroni.
    Mio fratello aveva ancora la mano sul suo culo e non mollava.
    “Con un acquisto del genere non abbiamo diritto a un omaggio della casa?” ora le aveva agguantato l'intera chiappa.
    Non resistetti oltre e approfittando che ero alle sue spalle mi aprii la patta e detti un po' di sollievo al mio uccello duro.
    Rita faceva ancora la sostenuta, benchè non gli togliesse la mano “Sua moglie sarà contentissima di questa casa”.
    “E se non è contenta vorrà dire che la scoperò con più passione finchè non se la fa piacere” rise Gabriele e dal culo passò al fianco.
    Io sempre dietro di loro me lo segavo piano piano.
    “Suvvia signor Gabriele pensi a cosa direbbe sua moglie se ci vedesse” minimizzò Rita ma lui ormai era lanciato “Probabilmente adesso è a casa a letto con una sua amica lesbica. A sessantanove a leccarsi le patate. Pensa Rita, immagina la scena... Credi le importerebbe di cosa facciamo noi”.
    Forse temendo che io li stessi mal giudicando si guardava intorno spaesata mentre lui continuava a palparle il culo e i fianchi, quel pantacollant era così attillato che quando gli passò la mano sulle cosce lei lo sentì come se glielo avesse infilato dentro.
    Si voltò come se cercasse il mio aiuto e...
    “Ommadonna!” esclamò non so se per la sorpresa di vedermi con l'uccello al vento o se per le mie dimensioni da cavallo.
    Gabriele colse l'occasione al volo e prima che Rita potesse dire qualcosa aveva già messo l'asta al vento “In famiglia l'abbiamo tutti un po' sopra misura” disse accarezzandosi la grossa verga con la mano.
    Ormai era fatta. Rita ci prese i cazzi uno per mano ansiosa di saggiarne la consistenza.
    Le togliemmo il pantacollant e il mini perizoma che aveva sotto, quel culetto bianco e stretto era favoloso.
    Gabriele si chinò sul pavimento e lei gli sedette in grembo. Senza esiatre la impalò. “O wow ma che roba, sembra una trave” gemeva la troietta.
    Pompava a ritmo facendo ondeggiare le belle tette sode e io mi misi in piedi accanto alla sua bocca. Senza che lei facesse resistenza le guidai la testa verso il mio cazzo e glielo ficcai in bocca.
    Le venni sulle tette mentre Gabriele le godeva tra le gambe ma era solo l'inizio. Scambiatici i ruoli feci mettere Rita a pecorina sul pavimento e la montai per bene spalancandole la fica mentre continuavo a saggiare la consistenza di quel culetto con la mano.
    Gabriele intanto le si era messo davanti e gli girava la cappella piena di sperma sulle labbra per farselo tornare duro.
    Lei continuava a gemere e a venire, non aveva mai preso un cazzo così grosso figurarsi due.
    Convincerla a farsi inculare non fu difficile. Certo un po' le fece male perchè era davvero stretta nel buchino ma il piacere mio e di mio fratello di sfondarle quella piccola anguria di carne soda fu impagabile.
    Stavamo chiavando da più di un'ora, il tempo era volato via e mi dissi che era ora di tornare a casa ma Gabriele pareva ancora intenzionato a chiudere in bellezza con un ultima sborrata nel culo della nostra nuova amica.
    Così nell'attesa glielo misi ancora una volta in bocca e Rita si mise a succhiare per bene. Stavamo quasi per concludere quando una voce urlò “Brutti porci!” e noi ci bloccammo coi cazzi duri e la sborrata interrotta.

    racconto preso da racconti milu
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