1. Racconti Porno - Presunta Professoressa (porca) - sesso con la professoressa

    AvatarBy imee munaa il 23 Nov. 2012
     
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    Racconti Porno - Presunta Professoressa (porca) - sesso con la professoressa


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    arrivi come al solito, travestita da professoressa del liceo, come se non sapessi che vacca sei in realtà e, anche se ormai conosci la strada, vengo ad attenderti. aspetto che parcheggi l'auto, che scendi. ti accolgo con un sorriso di benvenuta e un bacio dolce, ti chiedo come è andato il viaggio. ti prendo sottobraccio e ti guido al portone di casa mia, ma un attimo prima di arrivare ti fermo e ti sbarro il passo.
    "devo chiederti di indossare questo" - e tiro fuori dalla tasca il mio foulard di seta blu. mi guardi interrogativa, toccando la sciarpa che hai già al collo, e io sorrido e ti appoggio il foulard sugli occhi, a mo' di benda. hai un leggero trasalimento, io mi sposto dietro di te per annodare il fazzoletto e ti sussuro all'orecchio: "ti fidi di me?"

    annuisci appena, sento da qui che il tuo cuore batte più forte e più veloce. apro la porta e ti guido all'interno, tu avanzi timorosa, con le mani avanti come i ciechi. ti faccio fermare in mezzo alla stanza, avverti il calore e il rumore del fuoco nel camino, e tutta la stanza è calda, e profumata di legna che arde, e anche di fumo, un po'.

    ti tolgo la borsa dalle mani e ti abbandono un attimo per appoggiarla da qualche parte, ma torno subito a riprendere il contatto con te e comincio a spogliarti, lentamente e con cura, per non spostare la benda dagli occhi, e via via che libero la pelle, te la accarezzo e la bacio, ti riempio di quelle carezze che ami, del mio tocco che ormai conosci e so che ti eccita. io, invece, rimango vestito, tu senti il contatto della stoffa contro la tua pelle.

    "che cosa vuoi farmi che io non devo vedere?"
    "sshh... vedrai che ti piacerà".

    finalmente, sei nuda. senza lasciarti la mano, mi allontano un passo da te per guardarti tutta intera. nuda e bendata, ogni tua sicurezza si è dissolta, nemmeno del tuo senso dell'equilibrio ti fidi, e ti appoggi alla mia mano come un bambino che impara a camminare. mi godo per qualche breve minuto il tuo corpo, i capezzoli che amo succhiare e strizzare, mi inginocchio davanti a te per baciarti la figa e assaggiare il tuo sapore.

    "tu non ti spogli?" - per tutta risposta, mi alzo e ti tiro gentilmente per la mano, guidando il tuo passo e i tuoi gesti. due, tre piccoli passi incerti, poi ti faccio girare.

    "non siamo soli"
    "eh?"
    "chinati in avanti un po'... ancora..." - e mentre guido il tuo gesto, guido anche la tua mano verso qualcosa... più precisamente, verso un

    cazzo, che ti attende già duro. ti si mozza il respiro per la sorpresa, cerchi di ritrarre la mano, ma io la guido di nuovo verso l'arnese. seduto sul divano, ti aspettava silenzioso il mio complice: la mia sorpresa per te.

    "ste, io..."
    "tranquilla. è bendato anche lui. inginocchiati tra le sue gambe, toccalo. toccatevi." e tutti e due eseguite. trovi un cuscino che attendeva già le tue ginocchia.

    "ciao... strano modo di incontrarsi, non trovi?" - ti fa lui, e intanto ti accarezza il viso, sente la tua benda e comincia con gentilezza a esplorare il tuo corpo, come fanno i ciechi.

    "molto, molto strano..." - e anche tu esplori il corpo di lui, pur nella tua condizione di inferiorità, inginocchiata tra le sue cosce. alzi le braccia e verifichi che anche lui è temporaneamente cieco, poi passi alle labbra, il collo, le spalle, il torace. lui, nel frattempo, è arrivato al tuo seno, su cui si attarda volentieri.

    "siete proprio carini, da guardare... fagli sentire come fai i pompini"
    ti giri verso di me con quello che dovrebbe essere uno sguardo interrogativo, se si vedessero gli occhi.
    "fidati..."

    lui si rilassa e appoggia comodamente la schiena, aspettando l'annunciato pompino, che tu ti appresti ad eseguire. e io mi siedo accanto, per vedere bene lo spettacolo. il tipo ha un gran bel cazzo, duro e svettante, e tu ti prodighi nel leccarlo e succhiarlo come sai fare e soprattutto come ti piace fare. anche a lui il trattamento piace parecchio e non manca di sottolineare il suo gradimento con sospiri, gemiti e commenti anche triviali sulle tue arti erotiche. io lo so che la cosa ti eccita, e vengo a toccarti la figa, che trovo ovviamente molto, molto bagnata. mi metto accosciato alle tue spalle e ti stropiccio delicatamente il clitoride, stuzzico le grandi labbra, indugio all'ingresso promettendo e negando; il piacere che questo tira e molla ti procura si riflette sul pompino che stai facendo a lui: ti infili la nerchia fino in gola con sempre maggiore foga, lui si contorce dagli spasmi e guida la tua testa verso un ritmo meno forsennato, cerca di non venirti in bocca, ti stacca da sé, tu sei stravolta dal desiderio.

    scarto un preservativo e lo passo al tipo, che lo indossa non senza qualche difficoltà. tu capisci cosa sta succedendo e intuisci quale sarà la prossima mossa. e infatti: "montagli sopra, cavalcalo". tu obbedisci ed esegui: sali a cavalcioni su di lui e ti infili il suo cazzo nella figa. entra subito tutto, cominci a cavalcarlo con gusto, dando tu il ritmo e strafregandotene delle esigenze di lui, che ti prende per i fianchi e cerca di imprimere il suo ritmo alla danza, ma ormai tu sei scatenata e non senti ragioni: se non avessi la benda avresti un'espressione tipo quella dell'estasi di santa teresa. e dopo pochi minuti, lui capitola di fronte all'evidenza che non riuscirà a fermarti e cerca solo di durare abbastanza da non venire prima di te, cosa che appare sempre più imminente, tanto che alla fine lui esplode dentro di te e, subito dopo, tu sei squassata dal tuo orgasmo.


    ti separi da lui che stai ancora ansimando, lui è abbandonato, esausto e soddisfatto. ti prendo per mano e ti accompagno in camera. ti faccio sdraiare nel letto, ti copro tutta con il piumino come a proteggerti e infine ti restituisco il dono della vista: "vado a salutarlo e poi sono da te. ti è piaciuto l'antipasto?"
    "sì..."
    "bene. ora seguiranno le portate principali".
    "non vedo l'ora".
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