1. Telefonia Cellulare

    AvatarBy Ares il 30 June 2015
     
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    Laura era finalmente giunta al termine di una giornata di lavoro molto faticosa e stressante. Sola in una città che non le piaceva, si rifugiò nella sua camera d’albergo. Dopo la doccia, si distese sul letto e afferrò il caro e vecchio nokia. Il pensiero di una sua telefonata l’aveva aiutata a sopportare i gravosi impegni professionali.

    Purtroppo a causa del suo lavoro, Laura era costretta spesso a recarsi in città lontane e sconosciute. Così delle lunghe ed intense telefonate erano diventate parte integrante della loro relazione, l’unico mezzo che avevano per vincere per alcuni attimi la forzata separazione.

    Inserì il vibracall, e quindi lentamente infilò il nokia nella vagina, che era già un po’ umida. Non sapeva mai esattamente l’ora in cui avrebbe chiamato, ma non avrebbe mai potuto fare a meno della tortura dell’attesa. Era una preparazione necessaria, sebbene fosse anche molto esasperante. Aspettando lo squillo, che avrebbe segnato l’inizio del rapporto, pregustava il piacere imminente e così aumentava in lei il desiderio di godere.

    Intanto la sua eccitazione era arrivata al massimo del sopportabile e gli umori vaginali stavano bagnando un po’ anche le lenzuola.

    Per cercare di calmare il desiderio, Laura cercò di stringere più che poté le cosce, e finalmente arrivò, liberatorio, il primo squillo. Ma la vibrazione durò solo qualche secondo e lasciò la donna quasi più smaniosa di piacere di prima. Sperò che lui questa volta sarebbe stato più generoso e che, dopo averla fatta attendere tanto, l’avrebbe richiamata presto.

    Passarono altri lunghissimi dieci minuti, prima che arrivasse la nuova vibrazione. Questa volta il suo amante fu meno cattivo, lo squillo durò molto e permise alla donna di godere un po’.

    Da quel momento in poi si susseguirono diversi squilli, ora brevi ora lunghi, a intervalli irregolari. Nonostante lui fosse lontano riusciva a possederla e a controllarne il piacere.

    Ma senza sentire la sua voce, che in maniera sicura le impartiva ordini non avrebbe potuto sentirsi veramente nelle sue mani, quando avrebbe raggiunto l’orgasmo. Per questo aspettava che si decidesse a farsi vivo, attraverso il motorola, che giaceva muto acconto a lei.

    “Adesso puoi prendere il nokia e spingerlo forte dentro!” finalmente, la voce del suo amante lontano la raggiungeva.

    Laura eseguì l’ordine, con diligenza. Ma appena lui sentì aumentare sempre più i sospiri della sua amante, le impose di smettere.

    “Non ce la faccio, lo voglio bene dentro”

    “Sono io a comandare. Vorresti sempre scopare, è vero?”

    “E’ vero, vorrei sempre farmi fottere…..”

    “E allora infilatelo dentro, ma lentamente, molto lentamente….”

    La donna ubbidì docilmente, ma appena sentì aumentare il piacere cominciò a masturbarsi con più foga, per arrivare prima all’orgasmo. Sentendo aumentare troppo i gemiti di piacere, l’uomo capì che i suoi ordini erano stati ignorati, con voce imperiosa impose all’amata d’interrompere immediatamente e di sfilarsi il cellulare, per punizione.

    Laura implorò il perdono, la brusca interruzione del godimento le procurava una vera sofferenza, il bisogno dell’orgasmo era prepotente.

    “Devi fare come ti dico, non puoi fare di testa tua, capito?”

    “Si…sono stata cattiva…ricominciamo ti supplico!”

    Passarono i minuti, il motorola rimaneva muto e la donna inappagata. Senza la voce del suo amante non poteva continuare.

    Ma la punizione ebbe per fortuna termine e il gioco riprese. Questa volte lei fu docile, smise di comportarsi come una bambina, che vuole subito soddisfarsi senza aspettare.

    Seguì gli ordini del suo uomo, non si ribellò alle interruzioni, che le imponeva, per accentuare e prolungare il piacere.

    Quando sentì che Laura non ne poteva più, le consentì di raggiungere l’orgasmo. Il liberatorio grido di godimento, non gli permise di trattenersi oltre. Mentre la sua amata si godeva l’apice del piacere, si masturbò furiosamente, venendo in pochi attimi.

    Quindi il nokia cessò di squillare, e così cessarono anche le vibrazioni, con le quali lei era stata sapientemente stimolata. L’amante lontano abbandonò la voce perentoria da padrone, assunse un tono più dolce e affettuosamente le fece compagnia, finché non entrò nel sonno.
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