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  1. Dopo il litigio

    AvatarBy Ares il 18 July 2014
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    Avevamo litigato brutalmente due giorni prima, e quelle 48 ore senza vederci erano state uno strazio, mi mancava e sapevo di mancargli, avevo bisogno di vederlo e così misi da parte l'orgoglio e, nonostante sapevo che era ancora arrabbiato con me, mi preparai per andare da lui.

    Reggiseno in pizzo nero sotto un vestito scollato bianco lungo sopra il ginocchio, miniperizoma abbinato, calze autoreggenti, tacchi alti, poco trucco e via. Prima di entrare nell'ascensore di casa sua mi aggiustai il seno, in modo che il reggiseno coprisse solo i capezzoli. Mi diedi un ultimo sguardo allo specchio, il vestito faceva risaltare la vita stretta e il mio sedere alto, il seno era invitante, avevo in mano le carte per essere perdonata.

    Mi aprì il suo coinquilino, mi guardò e senza distogliere lo sguardo da me, lo chiamò, poi poggiò la mano sulla mia schiena e mi fece strada sino alla cucina.

    Lui arrivò subito, in pantaloni della tuta e una maglietta da casa, mi guardò e guardò il suo coinquilino, che mi versava un bicchiere d'acqua fissandomi il petto e le gambe. Lo vidi sussultare dal fastidio, gli disse qualcosa in dialetto e lo mandò fuori di casa.

    Eravamo soli, finalmente.

    Io ero fremente, lo guardavo e lo desideravo, ma ero anche spaventata, sapevo della sua gelosia, e la parentesi degli sguardi con il coinquilino non poteva avergli fatto piacere.

    - potevi direttamente uscire nuda, mi disse, e mi alzai, mi avvicinai a lui

    - mi mancavi

    - e ti vesti da puttana quando ti manco?

    gli lecco le labbra e mi respinge, ma mi insinuo tra le sue gambe, spingo il corpo contro di lui, il vestito scende, scoprendo un pezzo del reggiseno, lo bacio di nuovo. Sa di buono, è caldo e la sua lingua stavolta non mi respinge, si avvolge alla mia, facendomi venire i brividi dall'eccitazione.

    Mi mette una mano sul vestito e mi accarezza il fondoschiena, mi spingo verso di lui, poggia la mano libera tra di noi, sul mio collo, e scende, mi tortura i seni con le mani grandi, li tasta, cerca i capezzoli da sopra la stoffa, abbassa la testa per respirarci contro.

    Intanto, strusciandomi contro di lui sento le risposte del suo corpo a tutto questo. I pantaloni della tuta non nascondono il rigonfiamento in mezzo alle gambe, e lo sento premere contro la mia pancia, il che mi fa impazzire dalla voglia di lui.

    Ci stacchiamo e mi fa andare in camera da letto, cammino davanti a lui, sculettando, ma è lui che si siede a letto per primo, mi sto

    per sedere su di lui e mi ordina -Chiudi la porta a chiave. Mi giro e la chiudo.

    - Ora senza girarti togliti le calze.

    Resto girata verso la porta e piegandomi in avanti mi tolgo le calze, lentamente, sento il vestito che si alza sul mio culetto mentre mi piego, entrambe le volte, e sento il perizoma sfregarsi contro la mia figa che diventa sempre più umida, mi piace.

    - Siediti qui

    Mi giro e vedo che è rimasto in boxer....

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    Last Post by Ares il 18 July 2014
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  2. Vergine??

    AvatarBy Ares il 18 July 2014
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    Che bella invenzione facebook! Quella foto mi ha indotto una erezione da paura! Non avrei mai penasto di trovarla! Certo, è parecchio ingrassata ma è lei! Stesso viso lungo e un po’ equino , le tette si sono appesantite ma ci sarebbe ancora da perderci dentro. Una foto casta da buona madre di famiglia e con molto probabilità oramai nonna che non direbbe niente di particolare a nessuno, neanche al più porco degli uomini. Ma non a me perché so cosa si nasconde dietro quel viso. Una vera puttana! Quando l’ho conosciuta era il lontano 1985, lei aveva vent’anni ed era fidanzatissima e verginissima e lo sarebbe rimasta fino al matrimonio. Sto parlando della figa non del culo! Perché il culo glielo avrei rotto io !!!
    Ma andiamo con ordine.
    Questa storia è VERISSIMA e riale a circa trent’ anni fa ed è ambientata a Limbiate cittadina dove sono nato. All’epoca avevo 26 anni e facevo i turni quindi disponevo di parecchio tempo libero. Conoscevo praticamente tutti ma un giorno che ero in giro a cazzeggiare con una mia amica (vera con lei quindi niente sesso) vidi quella creatura in oggetto. Alta oltre il metro e settanta , un corpo pieno di curve , un culo bello alto e due tette pazzesche vicine e sode. Una quarta misura abbondante ma sode e alte. Peccato per il viso un po’ equino e gli occhi scuri forse troppo grossi. La mia mica si accorse che la osservavo e li disse:
    -Occhio a quella!! Ha un fidanzato gelosissimo e i suoi genitori non la fanno mai uscire!—Ma se avrà venti anni !!-ribattei io –Non ci credi? Vedrai. Vieni qua che te la presento!.
    Effettivamente era così! Attenzione non è che negli anni ottanta si fosse in pieno medio evo . anzi. Di troie a Limbiate ne giravano parecchie ed alcune giovanissime. Per farla breve la nostra Maria (si chiamava così) nonostante avesse venti anni circa era verginissima ed in procinto di sposarsi con un fidanzato “storico”. Un energumeno alto e grosso come un armadio che girava con lei in paese tenendosi sotto braccio e con il petto all’infuori. Se incrociava lo sguardo di qualcuno che guardava la sua Maria lo fulminava con fare minaccioso. Questo energumeno riscuoteva la stima dei genitori di lei che in mancanza sua provvedevano loro a controllare la figlia tenendola di fatto segregata o facendola uscire solo con persone di loro fiducia. Viveva in una famiglia che definire tradizionalista era poco ! Maria abitava in prossimità di una nota clinica limbiatese. Lavorava in un laboratorio di sartoria a Varedo, una cittadina adiacente. Per arrivare al posto di lavoro doveva percorrere circa un chilometro a piedi . quindi aspettare e prendere un trenino (ancora esistente) e scendere due fermate per poi avere ancora trecento metri a piedi. Tempo necessario dall’uscita di casa : circa mezz’ora.
    Quando la mia amica ci presentò lei fece come se non esistessi ma notai che le piacevo o quantomeno la interessavo. Decisi quindi di aspettarla (quan...

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    Last Post by Ares il 18 July 2014
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  3. Una gita in montagna

    AvatarBy Ares il 18 July 2014
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    Il caratteristico profilo dello Sciliar faceva capolino dietro le cime degli abeti, la meta era ormai raggiunta: Castelrotto Alpe di Siusi, Bolzano.
    Io e la mia amica/collega Maura ci siamo presi una pausa dal lavoro:
    alcuni giorni di ferie da trascorrere qui, in Dolomiti. Aria buona e passeggiate.
    Abbiamo prenotato un B&B molto carino e riservato nel centro storico.
    Sistemati i bagagli facciamo due passi per le tortuose viuzze scattando qualche foto e cercando le cartoline giuste da spedire.
    È ormai pomeriggio inoltrato, il tempo è variabile, perciò decidiamo di rientrare in camera e preparare il vestiario e l'attrezzatura per l'escursione del giorno dopo.
    Maura però dà subito forfait; vuole acclimatarsi, soffre un po' d'insonnia e preferisce rimanere in paese almeno domani.
    Pazienza, andrò da sola.

    Il sole non è ancora sbucato da dietro le creste dei monti e un'atmosfera invernale aleggia sul paese. Lascio Maura sotto il piumone non senza un pizzico d'invidia e mi avvio.
    La mia meta, il rifugio Zallinger.
    Dieci minuti di strada poi parcheggio l'auto nei pressi di un impianto di risalita; un'occhiata alla cartina, caspita! Mi aspettano almeno tre o quattro ore di marcia quindi, forza!
    Zaino in spalla e via.
    La salita non è di quelle che ammazzano ma soffro un po' l'altezza; decido quindi di fermarmi alla prima malga che incontrerò.
    Sull'Alpe i montanari e i pastori hanno costruito fienili in legno per i periodi in cui sono all'alpeggio con gli animali.
    Faccio una sosta ristoratrice nei pressi di una di queste baracche.
    Addento con appetito un panino allo speck, il sole è limpido, scalda e abbronza facilmente, appoggio la testa sullo zaino e chiudo gli occhi.
    "Scusi signora, posso sedermi qui?"
    "Prego, si accomodi pure. Anche lei allo Zallinger?" Chiedo.
    "Ja! Si. È la seconda volta che vengo quassù. Molto bello!"
    Sui quaranta, atletico, biondissimo, accento tedesco.
    Dice di chiamarsi Rudolf e lavora all'ufficio del catasto di Bolzano, sposato ma in attesa di separazione.
    È simpatico oltre che attraente, ma la cosa che lo rende particolare è la sua voce, profonda e calda. Proprio un bel tipo.
    E così un quarto d'ora dopo decidiamo di proseguire il cammino insieme.
    Scherziamo, sembriamo due vecchi amici. Ci stiamo simpatici.

    Arriviamo sulla terrazza del rifugio che sono quasi le tredici, abbiamo una fame da lupo e ci facciamo portare subito una omelette con mirtilli con pane nero per me e per lui un abbondante taglierino di salumi locali, il tutto annaffiato con dell'ottima birra weiss.
    Mi sento a mio agio ed entro un tantino nel confidenziale raccontando dei miei trascorsi con l'altro sesso, Rudolf non mi toglie gli occhi di dosso poi allunga una mano e prende la mia accarezzandola.
    Sono turbata per il suo gesto e per la situazione che si è creata. Cav...

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    Last Post by Ares il 18 July 2014
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  4. Mia Nipote

    AvatarBy Ares il 5 July 2014
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    Buonasera a tutti, il mio nik name è [email protected] ,quello che vado a raccontarvi è la pura verità. Come capite dal mio nik sono un uomo di 50 anni dall'indole autoritaria con le donne che lo desiderano ma molto dolce e rispettoso del gentil sesso negli aspetti normali della vita.
    Da qualche anno la nipote della mia ex moglie, con la quale sono in ottimi rapporti, mi continuava a messaggiare e a importunarmi con mail molto esplicite riguardo alle sue intenzioni nei miei confronti. Avendo all'epoca poco più di sedici anni non ho accolto le sue provocazioni e per non offenderla le ho sempre spiegato che ero troppo vecchio per una così bella e giovane ragazza. Sono passati tre anni con alti e bassi periodi in cui lei insisteva e momenti che spariva.
    Un mese fa circa mi telefona Federica, questo è il suo nome, e mi chiede se posso passare a prenderla alla stazione ferroviaria e portarla a casa. Le dico di si e alle nove della sera sono davanti alla stazione.
    La mia nipotina arriva sorridente mi da il classico bacino e mi prende sotto braccio, l'ho vista subito molto euforica e mi è venuto spontaneo domandarle se andava tutto bene. Lei mi ha risposto, certo zio ho trovato un ragazzo che mi scopa da dio peccato che viene quasi subito. Non sapevo cosa dire, la feci salire in auto e le risposi che forse era colpa sua che lo eccitava troppo. Federica di rimando mi disse che era troppo giovane, forse con te sarebbe tutto un'altra cosa, adesso ho 19 anni se il problema era l'età adesso sono maggiorenne.
    A quella ennesima provocazione decisi di reagire.Senti piccola sappi che io ho delle tendenze sessuali molto particolari, non fraintendere, io amo le donne sottomesse che fanno tutto quello che dico io senza fiatare altrimenti sono guai. Pensavo di avere chiuso per sempre l'argomento, lei per nulla preoccupata mi rispose che accettava il gioco. Fermai la macchina la guardai attentamente negli occhi e le dissi: Federica guarda che non sto scherzando,lascia perdere non puoi immaginare quanto posso essere perverso. Lei di rimando: e tu non sai quanto sono porca io.
    Misi nuovamente in moto la macchina senza parlare la portai a casa e prima di scendere le dissi che presto avrebbe avuto mie notizie.Nello scendere mi infilò la lingua in bocca sorrise e corse via.
    La sera pensai molto a mia nipote, non sapevo che fare metterla alla prova o lasciare perdere, nel frattempo al cellulare arrivò un sms diFederica con sopra scritto ( con cosa vuoi iniziare? La tua schiava è pronta a tutto). Non capii più niente e decisi di lasciarmi alle spalle i dubbi.Risposi che la volevo vedere la sera alle sei, ci saremmo incontrati alla stazione, volevo che venisse vestita con le calze autoreggenti senza mutande con un reggiseno a balconcino e con un grosso oggetto da infilarsi in fica. La sua risposta arrivò immediatamente dicendo di non avere ne le calze e nemmeno un reggiseno di quel genere. Io le risposi che se voleva doveva arr...

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    Last Post by Ares il 5 July 2014
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  5. Scopata sul lavoro...

    AvatarBy Ares il 4 July 2014
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    Mi era stato proposto un lavoro nel ristorante giù casa mia, ma non sapevo cosa fare.Non volevo accettare il lavoro di cameriera per un solo motivo, sul posto di lavoro c'era una mia vecchia fiamma. Tintinnai per una settimana, poi accettai, qualche soldino mi faceva comodo. Arrivai al lavoro quella mattina col cuore in gola, anche se non mi andava di ammetterlo ero eccitata all'idea di vedere Paolo (Nome falso s'intende!). Appena arrivata ebbi una piacevole sorpresa per la mia ansia, Paolo lavorava solo il fine settimana. La settimana passò tranquilla io mi trovavo bene quando arrivò il sospirato venerdì mattina, erano quattro anni che non parlavo con Paolo, ne era passata di acqua sotto i ponti d'allora! Arrivo mezz'ora più tardi di me, bello come il sole, come sempre. Feci finta di niente anche se ogni cellula del mio corpo fremeva di desiderio per lui e con un sorriso imbarazzato gli dissi "Buongiorno". I primi cinque giorni tra noi sembrava tutto così forzato, io ero imbarazzata lui cercava di mettermi a mio agio a tutti costi ma con vani risultati. Poi capii qual'era il mio problema.. stavo andando in cucina da lui quando lo vidi avvinghiato alla figlia del padrone. La gelosia mi assalì di colpo e capii che ero ancora follemente attratta da lui! Gli portai un po' rancore e lui se ne accorse, cercava di giocare con me ma io non gli davo più corda direttamente ma facevo di tutto per provocarlo. Indossavo camicette scollate, mi strusciavo addosso ad ogni occasione e con qualsiasi scusante fin quando una sera non mi venne da dietro e mi disse:

    "Hai usato magliette molto scollate in queste due settimane..."

    "davvero?? Credevo non te ne fossi accorto!" risposi sorridendo

    E lui molto audacemente mi infilò le mani sotto la camicetta e mi prese le tette tra le mani stringendomele " Hai sempre un gran bel seno! Solo a stringerle mi è venuto il cazzo duro!"

    Arrossii e mi liberai dalla sua stretta non dovevo cedere. La serata fu ricca di lavoro, ma Paolo ogni volta che entrava in cucina non perdeva occasione per palparmi e per dirmi frasi sconce all'orecchio. Ad un certo punto la situazione si era calmata, mi ero seduta sul banco interno della cucina ero stanchissima. All'improvviso me lo ritrovai addosso, le sue mani mi frugavano dappertutto, la sua lingua cercava la mia.

    Scesi dal banco e mi lasciai andare, avevo troppa voglia di fare l'amore con lui.

    Cominciai a toccarlo anchio, le mie mani frugavano avide nei suoi box, il suo cazzo era già in tiro fremente di sfondarmi. Al solo toccarlo la mia figa cominciò a bagnarsi..ero troppo eccitata. Non offendendo nessuno Paolo era un ragazzo arrapantissimo, 1.90 bruno sempre abbronzato con un sorriso amaliante e aveva una gran dote.. aveva un cazzo esagerato 25cm di lunghezza per 20cm di larghezza e inoltre lo usava alla grande.

    Glielo tirai fuori e iniziai...

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    Last Post by Ares il 4 July 2014
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  6. Violentata volentieri

    AvatarBy Ares il 3 July 2014
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    Prima di sposarmi vivevo in un quartiere dove conoscevo tutti, e dove avevo sperimentato e assaggiato ogni maschio carino. Per nn annoiarmi, rischiavo di dover riprendere il giro della fauna locale, quando per fortuna ci fu un nuovo arrivo. Fabio aveva traslocato dal quartiere limitrofo, perchè ai suoi serviva una casa più grande, dato che ora ospitavano i nonni materni, così presero il villino all'inizio della mia via. Il giorno successivo al suo arrivo ci vedemmo al bar, dove ci demmo una lunga ed interessata occhiata, il giorno dopo ancora ci facemmo un timido saluto per strada ed il terzo giorno già stavamo pomiciando alle panchine la sera. Non ci volle molto perchè cominciassi ad andare da lui, dove i genitori stavano fuori tutto il giorno e i nonni, al piano terra, nn vedevano nè sentivano mai nulla. E furono scopate monumentali. Un giorno mentre gli slacciavo la cinta e mi apprestavo a fargli un pompino, lui chiamò qualcuno al cellulare per dirgli che aveva "un bel regalo". Così disse. Per lui e nn solo. Poco dopo suonò il suo amico Marco accompagnato da un altro amico di cui nn ricordo il nome. Tutti erano la sua compagnia del quartiere che aveva appena lasciato. "fagli vedere che bocchini sai fare" mi disse. "ma io li faccio a te, e poi dovevi consultarmi per farne ad altri". L'amico non sembrava un bravo cristiano, così mentre parlavo, si slacciò la patta e in due secondi mi trovai il suo coso in bocca. Intimandomi di nn reagire mi teneva la faccia contro il suo uccello e Fabio mi esortava ad assecondarlo, perchè tanto li nn mi avrebbe sentita nessuno e il suo amico nn era tipo da trattare. L'altro intanto si toglieva gli abiti e si apprestava a prendermi da dietro. Stavano forzandomi tutti e tre da parecchi minuti, e senza troppi riguardi, quando suonarono ancora alla porta. Erano altri amici, a cui i primi avevano fatto il passavoce. In due minuti erano già nudi e pronti ad aggiungersi ai primi, mentre Fabio diceva loro di nn essere maneschi, di scoparmi solo, senza lasciare lividi, perchè nn voleva storie "con questa troietta". Mi violentarono ferocemente e freneticamente, e fu solo grazie alla mia abitudine ad ammucchiate, alla mia attitudine ad orge e ad ogni altra attività estrema, che nn urlai e sopportai in silenzio il dolore. Mi sfruttarono fino all'ultima goccia e mi lasciarono devastata e ricoperta di sperma per un tempo incalcolabile riversa sul pavimento, mentre ridevano e bevevano, fumavano e cantavano. Poi mi sollevarono, mi trascinarono praticamente a forza sotto la doccia, mi diedero una intensa ripulita dappertutto, per cancellare ogni loro traccia, mi rivestirono alla meglio e mi misero alla porta mentre uscivano tutti in gruppo. Mi sentivo umiliata e dolorante, e mentre mi allontanavo da quella casa progettando una forte reazione, pensavo che se me lo avessero chiesto, nn avrebbero dovuto violentarmi e li avrei accontentati volentieri. Forse è vero quello che ta...

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    Last Post by Ares il 3 July 2014
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  7. La cugina tedesca

    AvatarBy Ares il 2 July 2014
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    E’ alta, bionda, teutonica.
    Non è bella ma ha due labbra carnose e due begli occhi azzurri, manca di tette, nel senso che, pur avendo avuto due maternità, i suoi seni sono piccoli, anche se di una forma a pera, e con due bei capezzoli rosa; ha delle grosse cosce, anche se lunghe e che si riuniscono in un bel culo, se sapesse usare biancheria un po’ più adatta, quello sarebbe un gran bel culo e, con calze e scarpe adeguate, anche due belle cosce, in definitiva un gran bel corpo di quarantenne.
    Mi piace farla spogliare lentamente, toccarla sul viso, leccarla fino ad arrivare alle sue tette, torturargliele con la lingua, tirando anche con i denti i suoi capezzoli piccoli per farli inturgidire e sporgere, scendere sul suo ventre piatto e arrivare alla suo pube, dove iniziare l’esplorazione del suo intimo.
    Lei è bionda naturale e il suo boschetto e rado e biondo, è come se avesse il pube rasato, perché si intravede la sua epidermide rosata e cosparsa di efelidi. Fin sulle labbra della sua fica che, quando ha le cosce chiuse quasi a proteggere il suo fiore sessuale, si mostra come un piccolo taglio dal quale sporgono due lembi rosati frastagliati.
    La visione cambia subito quando , leccato l’apice del suo scrigno, lei si apre mostrando tra le cosce robuste e lisce,un solco vasto e fremente, nel cui spazio la mia lingua và a perimetrare tutte le gustose parti, nel culmine ritrovo anche il suo clitoride, che rapidamente si erge e sporge dal pozzo della sua vagina umida, che, nei convulsi ritmi impulsivi del suo piacere,.tradisce le sue dimensioni abbondanti e ricettive oltrechè sapide di un sapore di donna in calore.
    Immergo sempre più la lingua nella sua vagina, mentre il mio naso ara il suo pube morbido e mentre la mia vista si bea dei suoi piccoli seni che, stavolta torturati dalle mie mani , amplificano il piacere che pervade quel corpo, ergendosi spinti dalle stesse flessioni del corpo che mi fanno penetrare la sua fica accogliente.
    La lecco per tutta la lunghezza quella bella e sapida fica, con la testa fra le sue cosce aperte e, ogni tanto, spinto dalle sue mani che suggeriscono il punto dove, in quell’istante, il piacere per lei è più grande.
    Ho voglia di vederla, smetto e la faccio girare, lei si posiziona con una gamba flessa e un’altra distesa a mostrarmi il suo culo, lo afferro a due mani come fosse una grossa pesca, mentre lo tocco mi accorgo che una leggera lanugine ricopre i suoi grossi glutei, dilato il suo lungo e profondo solco fino a far emergere il suo ano, in modo da poterlo conoscere e ammirare: è piccolo e leggermente bruni con tante piccole ruchette, anche aprendo ancor più le natiche robuste non si dialt, per aprirlo è necessario toccarlo delicatamente per tutto il duo perimetro con un dito umido,oppure preparare anche lui a colpi di lingua, è salato ma lo lecco, lei si irrigidisce ma per poco, mi cede e si adatta, alzando il suo bacino e flettendosi maggiormente, a porgermi nel modo migliore il suo culo che l...

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    Last Post by Ares il 2 July 2014
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  8. ho visto mia moglie tradirmi

    AvatarBy Ares il 2 July 2014
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    Ho visto mia moglie tradirmi.
    Era un sacco di tempo che ne parlavo con lei che dovevamo ravvivare i nostri rapporti sessuali, perché purtroppo avevamo 20 anni di differenza io 52 lei 32 e sinceramente le avevo anche tenuto nascosto il mio piacere nel vedere uomini nudi che col passare del tempo si è rinforzato , infatti ora mentre facevamo sexo io immaginavo con eccitazione di vedere lei che lo faceva con altri e questo provocava in me maggiore foga cosa che a lei piaceva non sapendo cosa me la provocava? Comunque cominciai col proporle la mia idea in maniera blanda ma come risposta mi senti dare del porco, cosi lasciai cadere la cosa…. Però a distanza di tempo notai un cambiamento nel suo comportamento abituale, si assentava per più ore del solito, e non mi assillava più come prima per la mancanza di nostri rapporti sexuali, cosi cominciai ad avere dei sospetti…e poi per caso un giorno che lei era uscita dicendomi che doveva incontrarsi con delle amiche io la vidi per caso invece salire in una macchina con un uomo e visto che anche io ero in macchina mi improvvisai detective, e a distanza aiutato dall’oscurità della sera la segui…
    Vidi la macchina uscire dalla città e dirigersi al fiume e inoltrarsi in un boschetto vicino alla riva dove da giovane andavo a cambiarmi per andare a fare il bagno, vidi la macchina fermarsi e cosi io a mia volta fermai la mia che parcheggiai in un sentiero li vicino poi a piedi mi incamminai verso una piccola collinetta tra gl’alberi proprio al lato della macchina ferma.
    Ero agitato dalla situazione una parte di me era gelosa e l’altra invece era eccitata dall’idea di scoprire il possibile tradimento, cosi mi misi dietro un albero a spiare e grazie alla luce che avevano acceso nella macchina probabilmente sicuri di essere soli potei vedere tutto e sentire tutto anche perchè in linea d’aria ero a pochi metri da loro ma nascosto dall’albero e dalla vegetazione.
    Dopo pochi minuti che erano fermi e che chiacchieravano piacevolmente vidi le mani di lui accarezzare mia moglie e baciarla poi le mani sparire sotto la gonna mentre lei non fece neanche il gesto di fermarlo anzi le vidi aprire le gambe lasciando salire la gonna sino a mettere in mostra perfettamente la bianca mutandina di pizzo che subito fu avvicinata dalla mano di lui e che dopo un attimo vi si insinuo dentro ravanando nella sua foresta di peli che era anche visibile dalla mia posizione, senti gemere di piacere mia moglie poi lui smettendo di baciarla con l’altra mano libera si apri il pantalone mostrando un cazzo duro che stava esplodendo nelle sua mutanda…questo fu come un segnale vidi mia moglie toglierli la mano dalla sua mutanda e sollevare il sedere per potersela levare, mentre lui a sua volta si levava pantalone e mutanda lasciando in bella vista un cazzo molto grosso e duro che si impugno nella mano mentre mia moglie lo guardava vogliosa, lui menandoselo le disse di levarsi tutto che tanto li erano soli, mia moglie come rincuorata da quell...

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  9. La Comare si fa Trombare

    AvatarBy Ares il 2 July 2014
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    Tutti si ricordano come erano i
    matrimoni. Quei matrimoni tipici, che oramai in quel modo non si
    scrivono più. Quei matrimoni con centocinquanta invitati, pieni di
    gente che non avevi mai visto, e dove magari scoprivi di avere dei
    parenti a te totalmente estranei. Ognuno stava col suo nucleo
    famigliare, o col suo gruppetto di amici e quasi amici, a guardarsi
    intorno curioso nello scoprire visi nuovi, vecchi, giovani, stanchi,
    e a chiedersi a chi avessero mai potuto appartenere. Poi, durante lo
    svolgersi della festa, parlavi con quello, ballavi con quella, e a
    quella magari ci scappava che gli sbattevi il cazzo duro in pancia,
    un po' per caso e molto per davvero. Magari era la comare della
    sposa, o per meglio capirci, la testimone. Quel sabato di 15 anni fa
    fu così che cominciò l'eccitante e sborrosa avventura. Si sposava
    mio cugino, ed ero al ricevimento con tutta la mia famiglia, padre,
    madre, fratelli, nipotini, e poi gli zii, le zie, gli altri cugini,
    le altre cugine, i loro mariti, le loro mogli, e non so chi cavolo ci
    fosse ancora. E poi un'orda impazzita di urla e schiamazzi, persino
    dentro alla chiesa. A me i matrimoni piacevano appena appena un po'
    di più dei funerali, figuriamoci. Ma fu appunto in chiesa che la
    vidi, vicina alla sposina, nelle veci di testimone, un fiore dal
    vestitino rosa, bellissimo, fresco, biondo, dalla vitina perfetta,
    dalle gambette bianche, affusolate, dalla movenze gentili. La vidi di
    schiena, fu già abbastanza per sognarla pronta. Ma poi si girò,
    leggermente, fu un fendente, un coltello affilatissimo che mi entrò
    nello stomaco, ma senza farmi alcun male. Sentii solo un lievissimo
    impedimento che dallo sterno scese giù, giù fino allo sbocco del
    desiderio. Si girò leggermente, ammiccando a qualcuno, e ad
    irradiare me col suo visino perfetto e col suo sorrisino preciso.
    Quel matrimonio cominciò ad avere un perché. Dentro di me
    ringraziai mio cugino per essersi deciso al passo, ma lo feci
    talmente con il cuore, che nello stesso tempo, lui da sotto l'altare
    a pochi secondi dal sì, si girò proprio a cercarmi. Lo guardai
    stupefatto e tirai i nervi del viso come a dire, porca vacca, mi ha
    scoperto.

    Il prete disse e ora andate
    e divertitevi, e nell'uscire dalla Casa del Signore, nel gran caos
    dei saluti e dei chiacchiericci e dei bacetti e degli auguri, io non
    la persi praticamente mai di vista. Riuscivo a scovarla tra scorfane
    e vecchiette, tra ragazzini indemoniati nello spostarsi come fulmini
    e ragazzette intente a specchiarsi nei loro tiratissimi vestitini.
    Una fila di macchine lucide e strombettanti ci portò al ristorante,
    il ristorante per eccellenza, un'alcova delle feste nascosta in mezzo
    al bosco delle Prealpi venete. Il sole di giugno batteva come fosse
    da poco scappato di prigione, la cravatta cominciava a trasformarsi
    in guinzaglio, il sudore inter...

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  10. Ufficio

    AvatarBy Ares il 30 June 2014
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    Ore 7.30 del mattino di una normale giornata infrasettimanale, suona la sveglia, mi giro nel letto spegnendola ancora assonnata: una nuova giornata sta iniziando.
    Mi alzo, ancora nuda, vado in bagno con la flemma portata dal torpore del mattino, doccia e poi di fronte allo specchio per un trucco essenziale. Torno in camera e qui la domanda fatidica di ogni giorno: "cosa mi metto?" Perlustro alla veloce armadi e cassetti; la giornata, per essendo primavera inoltrata, è abbastanza fresca ha appena smesso di piovere.
    Mi piace andare in ufficio sempre elegante per cui mi vesto di tutto punto: scelgo di intimo un completino di raso nero, reggiseno e perizoma, in pizzo; collant velati neri; sopra gonna a portafoglio a mezza coscia nera, maglietta rossa a maniche lunghe scollata "il giusto"; per completare stivali in velluto neri appena sotto il ginocchio con tacco. Passaggio veloce davanti allo specchio, soprabito, ed eccomi pronta ad una giornata di lavoro come tante. Quello che non sapevo era che proprio quella giornata mi avrebbe riservato delle inattese, me piacevoli sorprese, ma andiamo per gradi.
    Arrivo in ufficio leggermente in anticipo, come mia abitudine, mi sistemo alla mia scrivania, accendo il pc, controllo la posta; la mattinata trascorre noiosamente nel disbrigo di qualche pratica, un paio di telefonate. Il tempo fuori resta uggioso nonostante non piova. Insomma una di quelle giornate dove vorresti essere a casa sotto le coperte anziché in ufficio a far finta di lavorare.
    Nella ditta, io e la collega che divide l' ufficio con me, siamo proprio attigui a quello del capo che si trova alla nostra destra avendo anche una porta direttamente comunicante con noi.
    Già la situazione non invogliava a essere particolarmente volenterosi nel lavoro quando, verso mezzogiorno, ormai contavo i minuti che ci separavano dalla pausa pranzo, entra il capo:
    "ragazze, una di voi deve fermarsi, dobbiamo fare delle consegne urgenti, preparare le bolle e andare in magazzino per mandare via subito il materiale!"
    I secondi che passano sono eterni io e la collega ci guardiamo per un attimo negli occhi. Il comune pensiero era: "Che palle!!!". Lei però, più pronta di me, prende la parola: "Aleee....dai....resta tu che io devo..." con voce suadente, inventandosi su due piedi, una qualche commissione urgentissima che non avrebbe potuto aspettare neanche un attimo di più, pena non so quale tipo di disgrazia. Onde evitare la completa estinzione del genere umano se lei non avesse potuto adempiere a quell' obbligo (ovviamente sono sarcastica), le rispondo "Va bene, vai, per questa volta resto io, ma la prossima...."; interrompendomi: "Grazie! Grazie! Ti devo un favore! Sei un' amica!...." e tutta una serie di manfrine mielose per addolcire la pillola.
    Passa ancora un' ora durante la quale finisco di preparare i documenti; nel mentre g...

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